Abuso permessi legge 104, come avviene e quali rischi si corrono? La legge 104/92 prevede della agevolazioni per persone con invalidità e loro familiari, tra cui la possibilità di richiedere un permesso dal lavoro se la persona che si assiste ha esigenze specifiche. Cosa succede quando scatta una segnalazione per abusi?
Cosa non si può fare durante i permessi Legge 104
La legge 104/92 in aria di riforma a ora consente ai familiari caregiver che si prendono cura di persone diversamente abili di ottenere dei permessi per:
- assistenza domiciliare;
- svolgere attività che le persone interessate non riescono a fare in autonomia;
- visite mediche;
- incombenze.
La sentenza della Cassazione n. 7306 del 13 marzo 2023 è stata più specifica su cosa si può fare con i permessi. Infatti, il lavoratore che presta assistenza a un familiare può chiedere un permesso per affrontare l’emergenza e nel permesso è incluso anche il tempo di riprendersi tra un’incombenza e l’altra.
Quindi, cosa non si può fare con i permessi della 104? Il permesso è valido finché il lavoratore si occupa del familiare a cui presta assistenza per la maggior parte della giornata di permesso. Se il permesso è di qualche ora, il lavoratore ha diritto al permesso se usa la maggior parte del tempo per occuparsi del familiare che ha bisogno di assistenza. Non si può chiedere il permesso con la 104, ad esempio, per andare al mare senza la persona a cui si deve assistere, disputare gare sportive o divertirsi con gli amici.
Di contro, si potranno risolvere le questioni pratiche per la casa con i permessi della 104, come:
- fare la spesa;
- pagare le bollette in ufficio postale;
- risolvere pratiche in tribunale.
Questi casi esempio non costituiscono abuso, perché si compiono nell’interesse della persona assistita. Il datore di lavoro può verificare in qualsiasi momento la presenza di abuso permessi legge 104 inviando degli ispettori oppure chiedendo l’intervento di un detective privato. I controlli si effettuano senza preavviso.
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Abuso permessi legge 104, quali sono i rischi
Il dipendente beccato in un abuso permessi legge 104 rischia:
- il licenziamento per giusta causa da parte del datore di lavoro. Infatti l’abuso comporta una perdita di fiducia tra dipendente e datore di lavoro, che può chiedere il licenziamento per giusta causa. Il problema è che questa modalità di licenziamento può impedire il diritto alla Naspi all’ex dipendente, proprio perché il licenziamento dipende dal suo comportamento errato con i permessi;
- la denuncia per truffa all’Inps. Infatti, è l’Inps a pagare la giornata di lavoro quando scatta il permesso, quindi un abuso permessi legge 104 vuol dire aver truffato l’ente previdenziale preposto al pagamento. Il denunciato deve seguire tutto l’iter giudiziario – con tutti i costi del caso – e può essere condannato in base all’art. 640 del Codice Penale a:
- una multa da da 51 euro a 1.032 euro;
- dai 6 mesi ai 3 anni di reclusione.
Anche un solo abuso dei permessi della legge 104 può portare a correre questi rischi.
Abuso permessi legge 104, i controlli
Chi controlla l’uso dei permessi della Legge 104? Possono richiedere i controlli:
- il datore di lavoro:
- con l’aiuto di un detective privato, che dovrà verificare il comportamento del dipendente per tutta la giornata, ma solo fuori dalla sua abitazione per rispetto della privacy;
- con una segnalazione alle Forze dell’Ordine in caso di fondati motivi;
- i colleghi, presentando una segnalazione alle Forze dell’Ordine o a un responsabile;
- l’Inps, che può inviare i propri ispettori a casa dell’interessato per verificare l’abuso del permesso. Infatti, è l’Inps a pagare e agisce per tutelare il proprio interesse.
La documentazione ottenuta si può usare in tribunale come prova da acquisire per dimostrare l’abuso permessi legge 104. Il modo più semplice per evitare queste situazioni è usare il permesso per l’utilizzo consentito, occupandosi della persona che ne ha bisogno per la maggior parte del tempo del permesso.