L’accoglienza delle persone senza fissa dimora rappresenta una sfida complessa e multidimensionale che richiede interventi integrati e politiche mirate. In Italia, secondo la Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora (fio.PSD), si stima che oltre 50.000 individui vivano in condizioni di grave emarginazione, privi di un’abitazione stabile.
Per questo motivo, il Ministero del lavoro ha adottato delle misure di contrasto alla grave emarginazione, riconoscendo la necessità di interventi specifici.
Accoglienza persone senza fissa dimora
L’accoglienza delle persone senza fissa dimora avviene attraverso diversi mezzi, come ad esempio l’Housing First, una approccio che pone l’abitazione come punto di partenza per l’inclusione sociale. Questo modello, adottato con successo in diversi paesi, inclusa l’Italia, mira a fornire un’abitazione stabile alle persone senza dimora, accompagnata da servizi di supporto personalizzati.
L’obiettivo è favorire l’autonomia e il reinserimento sociale, riducendo al contempo i costi associati ai servizi di emergenza tradizionali.
Tuttavia, pur essendo la residenza anagrafica un elemento cruciale per l’accesso ai diritti fondamentali, inclusi i servizi sanitari e sociali, molte persone senza dimora incontrano ostacoli nell’ottenimento della residenza, soprattutto quando cittadini stranieri, cosa che quindi rende problematica la loro accoglienza.
Analizziamo ora i diversi diversi modi per ottenere l’accoglienza.
Scarica la nostra app e risparmia con i bonus attivi in Italia:
Accoglienza delle persone senza fissa dimora nelle varie Regioni
Le modalità di accoglienza variano in base alle risorse disponibili e alle politiche adottate dalle principali Regioni e dai Comuni italiani
Lombardia (Milano, Bergamo, Brescia)
Milano ha una rete di dormitori pubblici e privati con oltre 2.000 posti letto per l’emergenza invernale.
Sono attivi servizi di unità mobili di strada per offrire assistenza sanitaria e pasti.
Modelli innovativi come Housing First sono sperimentati con successo, favorendo il passaggio da strutture temporanee a soluzioni abitative autonome.
Lazio
Il Comune di Roma gestisce numerosi centri di accoglienza notturna e diurni.
Sono attivi progetti come “Reti di Prossimità”, che coinvolgono volontari e operatori sociali per il monitoraggio delle persone senza dimora.
Problemi strutturali come la mancanza di posti letto restano una sfida, con centinaia di persone costrette a dormire in strada.
Emilia-Romagna (Bologna, Modena, Parma)
Bologna è tra le città più avanzate nell’implementazione del modello Housing First, con oltre 100 appartamenti dedicati.
Il Comune finanzia centri di accoglienza diffusa, evitando i grandi dormitori per favorire un ambiente più familiare.
Piemonte
Torino ha un sistema di emergenza invernale che si attiva nei periodi più freddi, aumentando i posti letto disponibili. Tra i progetti principali, ricordiamo il Progetto “Casa Solidale” per favorire l’autonomia abitativa.
Campania (Napoli, Salerno)
Napoli ha un numero limitato di dormitori rispetto al bisogno, con molte persone che restano escluse dall’accoglienza.
Le associazioni di volontariato, come la Comunità di Sant’Egidio, svolgono un ruolo centrale nel fornire pasti e assistenza. Tuttavia, sono frequenti i problemi di sicurezza e sovraffollamento nei centri di accoglienza pubblici.