ADI e candidatura elettorale: posso candidarmi alle elezioni se sono percettore dell’assegno di inclusione? E’ una domanda che diversi utenti ci hanno posto, cui oggi cercheremo di dare risposta in assenza di disposizioni esplicite in materia.
In linea di massima, stando al silenzio della legge, candidarsi pur essendo percettori ADI non dovrebbe rappresentare causa di preclusione.
ADI e candidatura elettorale: posso candidarmi se percepisco ADI?
Da nessuna disposizione di legge risulta una incompatibilità tra le candidature elettorali e il fatto di percepire l’assegno di inclusione.
Certamente, va distinta la mera ipotesi di candidatura da quella dell’avvenuta elezione. Nel secondo caso, ovviamente, il percettore dell’assegno di inclusione non risponderebbe più ai limiti reddituali imposti da ADI e pertanto decadrebbe dal beneficio.
Tuttavia, fintanto che si tratti solo di candidatura senza l’avvenuta elezione alla carica per cui ci si è presentati, la legge nulla dice a riguardo. Quindi possiamo ben ritenere che candidarsi alle elezioni percependo l’assegno di inclusione non comporta di fatto nessuna conseguenza, finché non veniamo realmente eletti.
Incompatibilità delle cariche elettorali
Muovendo poi dalle disposizioni di incompatibilità delle cariche elettorali e delle candidature, la legge prevede 3 tipi di ostacoli, costituiti da:
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- incandidabilità
- ineleggibilità
- incompatibilità
L’incandidabilità prevede l’impossibilità di candidarsi a chiunque sia stato condannato per:
- reati contro la PA (peculato, corruzione, abuso d’ufficio etc);
- delitti non colposi per cui è prevista la reclusione non inferiore a 4 anni
Come possiamo vedere, quindi, le sole cause di esclusione dalla possibilità di candidarsi sono da ricercarsi nel compimento di reati gravi.
Discorso diverso vale invece per l’incompatibilità e per l’ineleggibilità, che rappresentano in realtà due ostacoli che sono “successivi” al momento della candidatura.
L’ineleggibilità è la condizione di chi , già titolare di una carica pubblica, candidandosi si troverebbe in una condizione di “supremazia” rispetto agli altri candidati, ponendolo in posizione di vantaggio. L’ineleggibilità è una norma quindi a tutela dell’equità di tutti i candidati che partecipano alle elezioni, affinché siano tutti sullo stesso piano.
Infine, l’incompatibilità altro non è che l’impossibilità di poter ricoprire due cariche in contrasto tra loro. Tipico esempio è quello dei membri del senato, che non possono essere anche consiglieri regionali.
Posso candidarmi alle elezioni se percepisco sussidi statali?
In sintesi, quindi, come abbiamo potuto vedere, le sole cause di incandidabilità sono l’aver compiuto reati nei confronti della PA, o l’aver ricevuto una condanna per delitti non colposi.
In tutti gli altri casi, l’essere percettore di un sussidio statale non ci preclude la possibilità di partecipare alle elezioni.