Circola nelle ultime ore una fake news circa un possibile addio all’assegno di inclusione nel 2025. La notizia è in realtà un furbesco utilizzo di parole per non rappresentare nient’altro che la normale scadenza dei 18 mesi di ADI, che cadrà proprio l’anno prossimo intorno a giugno (se ti considera chi ha ottenuto ADI già dal giorno 0, ovvero a gennaio 2024). Chiariamo la situazione.
ADI e la fake news sull’abolizione
L’assegno di inclusione verrà abolito? NO. Si tratta di una fake news basata sull’equivoco. Nel 2025 infatti l’assegno di inclusione andrà incontro alla scadenza “ordinaria”. La durata dell’ADI è infatti di 18 mesi (rinnovabili).
Allo scadere dei 18 mesi, le famiglie “perdono” infatti il sussidio, ma possono riottenerlo presentando domanda di rinnovo ADI, un po’ come già accadeva per il Reddito di cittadinanza.
Cosa fare dopo la scadenza di ADI?
Viene ora spontaneo domandarsi: cosa fare una volta scaduto ADI? La risposta è semplice. Una volta scaduto ADI, si presenta ad INPS una nuova domanda. Dopo un mese di pausa, dovuto ai tempi di ordinaria amministrazione, necessari per il controllo della sussistenza delle condizioni per percepire l’assegno, ADI verrà nuovamente erogato al nucleo esattamente come prima (salvo ovviamente che non siano cambiate le condizioni d’accesso, come ad esempio un ISEE più alto, o la maggiore età dei figli, etc).
Ricordiamo infatti che hanno diritto ad ADI:
- over 60;
- disabili;
- famiglie con all’interno minori;
- donne vittime di violenza;
- soggetti in condizioni di svantaggio;
ADI verrà abolito?
ADI non verrà dunque abolito, e la notizia che circola nelle ultime ore dà indicazioni fuorvianti. Ciò che è vero è che nel 2025 molti percettori andranno incontro alla scadenza naturale del sussidio, e dunque saranno costretti a presentare una domanda di rinnovo e ad un mese di interruzione del sussidio stesso, prima che possa riprendere ad essere erogato normalmente.
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