Agevolazioni fiscali mediazione 2023: quali sono i nuovi sostegni alla mediazione e alla negoziazione assistita? Non solo industria e disabili, il campo delle agevolazioni ora coinvolge la più complessa delle macchine italiane: quella della giustizia. E per fare una scrematura in modo da non affollare le aule, si è pensato a delle agevolazioni per “premiare” chi opta per risoluzioni delle controversie alternative.
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Le misure, volte a incentivare la risoluzione delle liti senza accesso alle aule di tribunale, si traducono in generosi crediti di imposta.
Agevolazioni fiscali mediazione 2023
Dallo scorso 22 agosto sono entrate in vigore le misure a sostegno della negoziazione assistita.
Come appena annunciato, le agevolazioni consistono di un credito di imposta fino a un massimo di 600 euro, volto a coprire le spese di mediazione volontaria. Nel caso di mediazione obbligatoria, invece, l’importo copre anche i costi legali della parcella dell’avvocato.
Quanto alle mediazioni ordinate dal giudice, la copertura arriva invece fino a 518 euro, a copertura del versamento del contributo unificato.
Per la negoziazione assistita, invece, il credito di imposta è di di 250 euro, ma solo se la procedura di negoziazione ha avuto esito positivo e le parti hanno raggiunto un accordo pacifico.
Vediamo ora le procedure.
Agevolazioni per la mediazione: le procedure
Per presentare le richieste di crediti di imposta, è possibile inviare le domande entro il 31 marzo 2024 tramite apposita piattaforma giustizia.it. Loggandosi con le proprie credenziali SPID, CIE o CNS è possibile raggiungere l’apposita sezione dedicata, semplicemente scegliendola dal menù.
Le procedure in oggetto devono essere state avviate dopo il 30 giugno del 2023 ed essersi concluse entro la fine del medesimo anno.
Come per tutti i bonus sotto forma di credito di imposta, i benefici saranno fruibili attraverso il modello F24, o come deduzione di imposte se non si hanno redditi di impresa o autonomi.
I dati da presentare al momento della domanda sono:
- i dati identificativi , come il codice fiscale o la partita IVA del soggetto a cui spetta il credito d’imposta per mediazione o negoziazione assistita;
- i dati relativi la fatturazione, e cioè il numero, l’importo e la data della fattura emessa dall’organismo di mediazione, dall’avvocato o dall’arbitro cui ci si è rivolti;
- la dichiarazione contenente l’oggetto, le modalità, l’importo e il pagamento effettuato a favore dell’organismo di mediazione, dell’avvocato o dell’arbitro;
- l’indirizzo di posta elettronica certificata pec su cui ricevere le comunicazioni relative alla domanda (nota bene: si accettano solo pec, perché le comunicazioni devono avere valenza di raccomandata
Quale è il costo di una mediazione?
I costi di una mediazione di distinguono in due momenti:
- Spese di avvio, che variano da un minimo di 40 euro a un massimo di 97,60, sulla base del valore della controversia.
- Spese di mediazione vera e propria, calcolate sulla base dei valori delle controversie e altre variabili, e possono arrivare fino a 4.600 euro.
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