Tra i fondi per progetti culturali, uno di rilevanza è certamente l’art bonus. L’Art bonus prevede che l’agevolazione fiscale sia concessa solo agli enti che sono qualificati come idonei dal Ministero della Cultura. Questa qualificazione dipende dalle caratteristiche dell’organismo e dalle sue finalità. In altre parole, per poter beneficiare dell’Art bonus, un ente deve essere riconosciuto come idoneo dal Ministero della Cultura in base ai requisiti stabiliti.
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La qualificazione dell’ente è un passaggio fondamentale per accedere alle agevolazioni fiscali dell’Art bonus. Il Ministero della Cultura valuta se l’ente in questione soddisfa i criteri richiesti e se le sue attività rientrano nei settori contemplati dalla normativa. Solo gli enti qualificati possono ricevere erogazioni liberali in denaro che danno diritto al credito di imposta previsto dall’Art bonus.
Questa disposizione mira a garantire che le agevolazioni fiscali siano destinate agli enti che effettivamente operano nel settore culturale e contribuiscono al suo sviluppo e alla sua tutela. Il riconoscimento da parte del Ministero della Cultura assicura che gli enti beneficiari siano in linea con gli obiettivi e le finalità dell’Art bonus.
Art bonus: che cos’è
Art bonus è un termine utilizzato per indicare il credito d’imposta introdotto dal Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito con modificazioni nella Legge 29 luglio 2014, n. 106. Queste disposizioni legislative hanno lo scopo di promuovere il mecenatismo culturale, cioè il sostegno finanziario e la sponsorizzazione da parte di privati nel settore della cultura e dello spettacolo.
L’Art bonus offre incentivi fiscali alle persone fisiche e alle imprese che effettuano donazioni in denaro a sostegno della cultura. In pratica, chi fa donazioni può beneficiare di un credito d’imposta che può essere utilizzato per compensare le imposte dovute al fisco.
Le erogazioni liberali, cioè le donazioni, devono essere fatte a enti e organismi che operano nel settore della cultura e dello spettacolo, come musei, teatri, biblioteche, archivi, conservatori, e altre istituzioni culturali riconosciute.
In che misura spetta il credito d’imposta per art bonus?
Il credito d’imposta previsto dall’Art bonus può coprire una percentuale delle donazioni effettuate, fino a determinati limiti stabiliti dalla legge. L’importo del credito d’imposta può essere utilizzato per ridurre l’imposta sul reddito o l’IRES (Imposta sul Reddito delle Società) dovuta.
Bonus arte: L’obiettivo
L’obiettivo dell’Art bonus è quello di incentivare le donazioni private per la cultura, offrendo benefici fiscali alle persone e alle imprese che contribuiscono finanziariamente al sostegno del patrimonio culturale del paese. In questo modo si cerca di favorire la conservazione, la valorizzazione e lo sviluppo delle attività culturali e artistiche, promuovendo il coinvolgimento attivo del settore privato nel finanziamento delle iniziative culturali.
Chi può ricevere l’art bonus?
Secondo la risposta dell’Agenzia delle Entrate numero 357 del 20 giugno 2023, coloro che effettuano erogazioni liberali in denaro per i lavori a sostegno dell’attività di manutenzione, protezione e restauro del patrimonio di una Fondazione possono usufruire dell’Art bonus, a condizione che la Fondazione rientri nel novero degli istituti o luoghi della cultura destinatari dei contributi agevolabili, secondo il parere del Ministero della Cultura.
Ciò significa che se una Fondazione è riconosciuta come un’istituzione o un luogo culturale che può beneficiare dei contributi agevolabili per i lavori di manutenzione, protezione e restauro del patrimonio culturale, le erogazioni liberali in denaro fatte a sostegno di tali lavori possono rientrare nell’ambito dell’Art bonus.
È importante sottolineare che per poter usufruire dell’Art bonus, è necessario rispettare i requisiti previsti dalla legge, compresi i limiti e le modalità di applicazione del credito d’imposta. Pertanto, è consigliabile consultare direttamente la normativa e rivolgersi alle autorità fiscali competenti o a professionisti del settore per avere informazioni specifiche e aggiornate sulle condizioni per usufruire dell’Art bonus.
Quali erogazioni liberali danno diritto al credito?
Le donazioni devono riguardare interventi di manutenzione, protezione e restauro di:
- Beni culturali pubblici;
- Istituti;
- Luoghi della cultura di appartenenza pubblica (come musei, biblioteche, archivi, aree e parchi archeologici, complessi monumentali);
- Enti o istituzioni pubbliche senza scopo di lucro che operano nel settore dello spettacolo.
Per i teatri di tradizione, le agevolazioni si applicano a partire dal 2015. Nel 2016, la legge di stabilità ha reso permanente il bonus, offrendo un credito d’imposta del 65% per le erogazioni liberali a sostegno della cultura.
La legge del 2017 ha ampliato l’ambito di applicazione, includendo soggetti finanziati dal Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo, come istituzioni concertistico-orchestrali, teatri nazionali, festival, imprese e centri di produzione teatrale e di danza.
Successivamente, altre leggi del 2019 e del 2020 hanno esteso l’Art bonus alle donazioni per il restauro di beni culturali di interesse religioso e ai territori colpiti da eventi sismici.
Il bonus consente ai donatori di usufruire di benefici fiscali sotto forma di credito d’imposta, contribuendo così al finanziamento e alla conservazione del patrimonio culturale del paese.
Modalità di effettuazione erogazione liberale
Le erogazioni liberali soggette all’Art bonus devono essere effettuate utilizzando sistemi di pagamento tracciabili come bonifici bancari, versamenti su conto corrente intestato al beneficiario o altri metodi di pagamento previsti dalla legge. Le donazioni in contanti non sono ammissibili per usufruire del credito d’imposta.
Le erogazioni liberali che possono beneficiare dell’Art bonus includono, quindi:
- interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici;
- sostegno agli istituti e luoghi della cultura pubblica quali:
– fondazioni lirico-sinfoniche;
– teatri di tradizione;
– istituzioni concertistico-orchestrali;
– teatri nazionali;
– teatri di rilevante interesse culturale;
– festival
– imprese e centri di produzione teatrale e di danza;
– circuiti di distribuzione
– complessi strumentali;
– società concertistiche e corali;
– circhi e spettacoli viaggianti.
Inoltre, possono essere considerate tali anche le erogazioni per la realizzazione di nuove strutture e il potenziamento di quelle esistenti di enti o istituzioni pubbliche. Devono però essere istituzioni prive di scopo di lucro, che si dedicano esclusivamente all’attività nel settore dello spettacolo.
Le erogazioni liberali devono essere fatte direttamente ai concessionari o affidatari dei beni oggetto di manutenzione, protezione e restauro per poter usufruire del credito d’imposta.
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