Dal 1° gennaio 2026 l’Assegno di Inclusione (ADI) cambia le regole sui rinnovi, in seguito alle modifiche all’articolo 3 del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48 introdotte dalla Legge di Bilancio 2026 (articolo 1, commi 158-161). Queste novità, approvate definitivamente negli scorsi giorni, eliminano interruzioni forzate nella ricezione dell’Assegno ma introducono, purtroppo, penalizzazioni economiche per bilanciare i conti pubblici. Costituendo una vera e propria beffa per tutti percettori che decidono di rinnovare la misura dopo i primi 18 mesi di fruizione. Ecco tutti i dettagli.
Assegno di Inclusione, le novità del 2026
1. Fine del mese di sospensione obbligatorio
Fino al 2025, dopo i primi 18 mesi continuativi di ADI scattava un mese di stop prima del rinnovo per 12 mesi ulteriori, e lo stesso era previsto tra ogni ciclo di 12 mesi. Questa pausa creava vuoti problematici per i nuclei più fragili, e verrà giustamente accantonata a partire dal 2026. Dal prossimo anno, quindi, basterà presentare una nuova domanda per continuare a percepire l’Assegno di Inclusione senza interruzioni: l’ADI ripartirà immediatamente, previa verifica dei requisiti (ISEE, residenza, patto di attivazione digitale).
2. Stop al bonus straordinario da 500 euro
Nel 2025, il decreto-legge 26 giugno 2025, n. 92 (convertito in legge n. 113/2025) aveva previsto anche un contributo una tantum fino a 500 euro per chi rinnovava dopo i primi 18 mesi terminati entro novembre 2025. Questo “bonus ponte” copriva il mese di stop ADI, e veniva erogato con la prima mensilità di rinnovo e comunque entro e non oltre il mese di dicembre. Con l’addio al mese di stop nel 2026, il bonus extra diventa quindi obsoleto, e anche per chi ha rinnovato la misura a dicembre 2025 questo importo aggiuntivo non sarà più riconosciuto.
3. Prima mensilità di rinnovo ridotta del 50%
La principale penalizzazione introdotta dal Governo è il taglio del 50% sulla prima rata di ogni rinnovo ADI (dopo i 18 mesi iniziali o i 12 mesi successivi). Se l’ADI mensile è 800 euro, ad esempio, a gennaio (per il rinnovo effettuato a dicembre) arriveranno solo 400 euro. Ma dal mese successivo l’importo tornerà ad essere pieno.
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Questa riduzione si applica a tutti i beneficiari che rinnovano dal 2026, inclusi coloro che hanno già fatto domanda a dicembre 2025. Lo scopo, nelle intenzioni del Governo, è quello di incentivare l’uscita dal sussidio e di contenere la spesa pubblica. Ma è chiaro che si tratta di una penalizzazione pesante, che in sostanza annulla l’effetto positivo generato dall’addio al mese di stop. Insomma, queste modifiche rendono l’ADI più fluido per chi lo deve erogare ma molto meno generoso nei confronti dei percettori. Che come al solito finiscono per perderci e per subire le conseguenze di scelte discutibili prese da chi ci governa.
