Assegno di inclusione e incomunicabilità tra le ASL: abbiamo più volte denunciato la problematica, ma ora sembrano finalmente ammetterlo anche ai vertici. E’ vero: non sempre è possibile certificare le condizioni di svantaggio e ciò è dovuto a una impossibilità di comunicazioni tra sistemi ed amministrazioni. Il tutto di traduce in un cumulo di domande lasciate in sospeso, o talvolta addirittura rigettate.
Assegno di inclusione e condizioni di svantaggio: quando attestarlo diventa complicato
Ad attestare le condizioni di svantaggio dovrebbero essere le ASL, che dovrebbero dare conferma di quanto dichiarato dal richiedente. Peccato che ciò non sempre avvenga e che per questo motivo accada molto spesso che chi versa veramente in condizioni di svantaggio si ritrovi con una domanda che non viene comunque accertata per via di condizioni di incomunicabilità. Questo vuol dire che la sua domanda rimane in sospensione, o talvolta viene respinta.
Di conseguenza, persone con disabilità, problemi mentali, senza dimora, dipendenze etc rimangono esclusi dal sussidio, propria a causa della mancata conferma da parte delle ASL.
Proprio per questo, il ministro Marina Calderone ha voluto esortare le autorità competenti ad: “attivare le competenti strutture sanitarie al fine di assicurare una celere procedura di riscontro, tenuto conto che si tratta di nuclei familiari ad altissima fragilità”.
La Lombardia medaglia d’oro di lentezze burocratiche
Dopo la denuncia di Tutolo sulla carenza di personale nelle ASL pugliesi e l’impossibilità di far fronte alle richieste di controllo delle certificazioni, ora anche la Lombardia è in codice rosso.
In Lombardia, infatti, i SERT sono finiti in trappola tra mille peripezie burocratiche, e le Asst (Aziende socio sanitarie territoriali), che non dipendono dalle ASL, sono ancora più in difficoltà.
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Questa differenza di gestione nei sistemi sanitari e la compresenza delle Asst nei territori lombardi è una differenza non di poca rilevanza, che non è stata tenuta in conto dalla riforma. Infatti, le normative previste in materia ADI parlano di fatto solo di ASL e di controllo da parte di queste ultime dei certificati (compito cui già con enorme difficoltà riescono ad adempiere). E le Asst? Niente è detto sulle Asst, quindi nel silenzio della legge, non hanno accesso ai sistemi di verifica.
Così le Asst lombarde non possono accedere alla procedura. E quindi, queste attestazioni, come possono essere validate? Semplice: la validazione non avviene. A denunciare l’incresciosa situazione per primo è Il Fatto Quotidiano: dal 29 marzo, riporta il giornale, le Asst lombarde sono “con le mani legate”.
Come sia stato possibile che il governo si sia dimenticato di regolamentare anche le Asst, risulta un qualcosa di misterioso ed ai limiti del verosimile, ma purtroppo è la realtà dei fatti.
A conti fatti oggi l’intero sistema SIISL e il “congegno” dell’assegno di inclusione si stanno rivelando una doppia trappola burocratica che stringe nella sua morsa centinaia di migliaia di famiglie, ad oggi sommerse dai conti da pagare, ma senza di fatto avere nulla tra le mani.