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Sull’attribuzione d’ufficio dei carichi di cura, circolavano già voci nelle scorse settimane. Ora arrivano le conferme ufficiali, tramite il messaggio n. 592 del 17/02/2024.
Attribuzione d’ufficio dei carichi di cura
L’articolo 2, comma 4, del decreto-legge n. 48/2023 stabilisce che, per determinare la soglia di reddito necessaria all’accesso all’Assegno di Inclusione, venga attribuito un parametro della scala di equivalenza pari a 0,40 al componente maggiorenne del nucleo familiare con carichi di cura.
I carichi di cura in oggetto riguardano la presenza nel nucleo di:
- minori di tre anni,
- tre o più figli minori,
- di componenti con disabilità o non autosufficienza.
In precedenza, il modello di domanda prevedeva l’indicazione del componente a cui attribuire il carico di cura (uno per nucleo familiare), anche per consentire i necessari controlli.
Successivamente, il modello “ADI-Com esteso” ha introdotto la possibilità di modificare o integrare tale indicazione anche dopo la presentazione della domanda.
Stando così le cose, a seguito di chiarimenti del Dipartimento per le politiche sociali, si è invece stabilito che l’attribuzione del parametro 0,40 avvenga invece d’ufficio anche nei casi in cui il carico di cura non sia stato dichiarato in domanda, purché sussistano i requisiti previsti dall’articolo 6, comma 5, del decreto-legge n. 48/2023.
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Le successive variazioni nell’attribuzione del carico di cura tra i componenti maggiorenni del nucleo familiare, una volta segnalabili tramite ADI com, devono ora essere gestite a cura dei servizi sociali, motivo per il quale, specifica INPS, “si è provveduto a eliminare la relativa sezione di compilazione dal modello di comunicazione “ADI -Com esteso”.
Carichi di cura: cosa cambia da gennaio 2025
Dal gennaio 2025 il coefficiente di 0,40 viene attribuito al componente già destinatario del parametro in maniera automatica.
I servizi sociali, nell’analizzare il nucleo familiare, possono confermare o modificare l’attribuzione del carico di cura tra i componenti maggiorenni. Per questo motivo, la sezione di compilazione relativa è stata rimossa dal modello “ADI-Com esteso”.
Quanto alle domande già accolte e in pagamento, se il carico di cura non era stato indicato ma i requisiti lo consentono, verranno pertanto ricalcolati gli importi spettanti per le mensilità arretrate.
Inoltre, nei casi in cui la mancata indicazione del carico di cura abbia comportato il rigetto della domanda per superamento della soglia reddituale, si procederà al riesame d’ufficio applicando il coefficiente di 0,40, con un’eventuale rielaborazione della soglia di reddito familiare e verifica dei requisiti.
Esempi attribuzione d’ufficio del coefficiente
Ora, facciamo alcuni esempi pratici di come il coefficiente verrà attribuito automaticamente e gli eventuali scenari.
Esempio 1: se la domanda respinta precedentemente risulterà ora idonea, verrà accolta con erogazione della prima mensilità e delle arretrate fino alla competenza corrente.
Esempio 2: qualora, nel frattempo, a seguito del rigetto antecedente, fosse stata presentata una nuova domanda con esito positivo, si darà priorità a quest’ultima, ponendo in decadenza la prima domanda e proseguendo le liquidazioni sulla domanda più recente.
Verifiche dei carichi di cura
Per agevolare la compilazione della domanda e le verifiche da parte delle strutture competenti, nel modello di domanda dell’ADI, nella sezione sulla condizione di svantaggio, è stato inserito l’elenco delle strutture sanitarie di primo livello con l’associazione di quelle di secondo livello.
Inoltre, sul portale INPS, alla sezione “Manuali utente ed altri documenti” del servizio “Assegno di Inclusione (ADI)”, è disponibile un elenco dettagliato delle strutture sanitarie abilitate al rilascio della certificazione sulla condizione di svantaggio.
Infine, il modello di domanda è stato integrato con due nuovi campi a testo libero, in cui l’interessato può indicare la struttura che ha rilasciato l’attestazione. Tali informazioni saranno visibili solo agli operatori autorizzati per le verifiche.