Aumenti di stipendio per i docenti, a partire dal 1° Luglio e fino alla fine dell’anno: in seguito all’entrata in vigore del decreto Lavoro, infatti, i docenti potranno godere di una busta paga ben più corposa rispetto al passato.
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Aumenti di stipendio, questi ultimi, che non riguarda soltanto gli insegnanti, ma anche il personale Ata in servizio presso le scuole e, in generale, tutti i dipendenti pubblici e privati che rispondono a determinati requisiti specifici.
Aumenti stipendio docenti: motivi
Il motivo principale dell’aumento stipendio docenti a partire dal 1 luglio è dato dal taglio del cuneo fiscale, che, in base alla Legge di Bilancio dell’anno in corso, è stato incrementato di quattro punti percentuali.
Lo sgravio contributivo non riguarda soltanto gli insegnanti ma, in generale, tutti i dipendenti pubblici e privati.
Aumenti stipendio docenti: di quanto cambia?
Gli aumenti di stipendio non sono uguali per tutti i docenti: in molti casi, questo e dipende dal tipo di contratto e dall’anzianità di servizio, oltre che dall’ordine e grado di istruzione presso il quale si insegna.
Non cambia, tuttavia, l’ammontare percentuale dell’aumento: si parla di crescita di quattro punti percentuali del taglio al cuneo fiscale in quanto questo, originariamente, in base a quanto già stabilito nel 2022, era del 2 e del 3%, rispettivamente a seconda di due soglie di reddito ben precise.
L’esonero contributivo è riconosciuto:
- in misura del 6% per stipendi mensili di ammontare non superiore a 2.692 euro, corrispondenti a 35mila euro di RAL (retribuzione annua lorda)
- in misura del 7%, per stipendi mensili non superiori a 1.923 euro, pari a 25mila euro di RAL
Aumenti stipendio docenti: a quanto ammonta?
Volendo realizzare una stima, si può ipotizzare che l’aumento dello stipendio in busta paga, in seguito al taglio del cuneo fiscale, dovrebbe oscillare da un minimo di poco meno di 45 euro al mese, per una retribuzione annua lorda di 10.000 euro (in genere quella degli insegnanti è sensibilmente superiore), ad un massimo di poco meno di 100 euro mensili, in caso di retribuzioni annue lorde di 35mila euro.
La crescita è ulteriore rispetto a quello già effettivamente in essere con il primo taglio contributivo, seppur in misura decisamente più bassa: dunque, le percentuali del 6 e del 7% che abbiamo prima menzionato si riferiscono al totale dello sgravio.
Aumenti stipendio docenti: vale anche per tredicesime?
L’aumento degli stipendi per i docenti purtroppo non riguarderà le tredicesime. Queste, tuttavia, continueranno a beneficiare del taglio originario, del 2 e del 3% a seconda che non eccedano, rispettivamente, i 2.692 euro ed i 1.623 euro, proprio come accadeva per gli stipendi mensili.
Una boccata d’ossigeno non da poco per un’ampia fascia di contribuenti, che sono alle prese, in questo mese, con numerose scadenze fiscali cui, in molti casi, adempiere. I dettagli.
I docenti, inoltre, hanno potuto beneficiare anche di importanti aumenti da contratto: clicca qui per saperne di più.
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