Baby pensioni: i dati di INPS testimoniano che in circa 40 anni sono state erogate circa 157mila pensioni. 97mual nel settore privato, 62mila nel settore pubblico, il quale vanta gli assegni più “ricchi”. Vediamo quale impatto hanno avuto le baby-pensioni sul nostro Paese.
Baby pensioni: una voragine da 2,4 miliardi di euro
Le Baby pensioni hanno provocato nel nostro Paese una voragine di miliardi di euro: da quando negli anni Ottanta venne presa la decisione di permettere alle dipendenti pubbliche sposate con figli di andare in pensione con appena 14 anni, sei mesi e un giorno di contributi, si crearono i presupposto per un baratro di circa 2, miliardi di euro annui.
La riforma Monti mise poi fine, assieme alla successiva riforma Fornero, alle Baby Pensioni, che comunque sia, ancora oggi, continuano a costare allo Stato.
I baby pensionati a 40 anni dalla pensione
I baby pensionati di allora, oggi sono comuni pensionati, ma che sono però in pensione da molto più tempo rispetto a tanti loro coetanei.
Secondo l’Osservatorio, sono 18.717 le pensioni liquidate.-. L’età media al momento della liquidazione delle pensioni (attualmente ancora in essere) era di 52,3 anni, con un assegno medio di 1.607 euro al mese
Va comunque ricordato che tra le baby pensioni rientrano però anche quelle dell’invalidità previdenziale e le pensioni ai superstiti, che seppur essendo erogate a persone molto giovani, e quindi equiparabili a delle “baby pensioni” di fatto non lo sono al 100%.
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La riforma delle baby pensioni
Successivamente, è poi arrivata la stretta alle baby pensioni, voluta dal Governo Monti e il ministro Fornero, con il sistema contributivo pro-rata.
Il contributivo pro-rata per tutti ha poi trovato il suo rafforzamento con la riforma Dini che consentiva nel 1996 di lasciare il lavoro con 52 anni di età e 36 di contributi. Un dato ben lontano dalla nostra realtà di oggi.
Oggi, infatti, circa la metà delle persone che vanno in pensione anticipata lo fanno comunque non prima di avere compiuto 62 anni: solamente il 28% va a riposo prima di avere compiuto 60 anno.
Pensioni: tra settore pubblico e privato
Tra il settore pubblico e quello privato, la maggiore differenza è che le pensioni anticipate prima dei 60 anni sono state concesse più nel secondo settore che nel primo, con 17.074 pensioni (che rappresentano il 33% del totale).
Esaminando in dettaglio le pensioni anticipate erogate prima dei 62 anni, età limite per accedere a Quota 103 (che richiede 62 anni di età e 41 anni di contributi, più un periodo di attesa di 7 mesi nel settore privato e 9 mesi in quello pubblico), si osserva che queste rappresentano circa la metà del totale delle pensioni anticipate. Un fattore rilevante in questo contesto è anche l’età media dei beneficiari delle pensioni anticipate.