La qualità dell’aria è al centro delle politiche ambientali della Regione Emilia-Romagna e anche nel 2025 i cittadini hanno a disposizione un’importante opportunità per migliorare il riscaldamento delle proprie case, con contributi a fondo perduto destinati alla sostituzione dei vecchi impianti alimentati a biomassa legnosa. Ecco come funzionano in dettaglio.
Cos’è il bando per la sostituzione degli impianti a biomassa
Dal successo della precedente edizione del bando nel 2021, la Regione prosegue sull’obiettivo di ridurre le emissioni e potenziare l’efficienza energetica, mettendo a disposizione ben 10 milioni di euro per chi decide di rottamare camini, stufe e caldaie a legna/pellet non efficienti. Il programma è rivolto alle persone fisiche residenti nei comuni delle zone Agglomerato di Bologna, Pianura Ovest e Pianura Est.
Requisiti per partecipare e tipologie di interventi ammessi
Il contributo regionale è riservato ai proprietari o utilizzatori di unità immobiliari che hanno la residenza nell’immobile e intendono sostituire un generatore di calore a biomassa legnosa (con potenza inferiore o uguale a 35kW e classificazione ambientale fino a 4 stelle) con un nuovo:
- Impianto a biomassa di Classe 5 Stelle (caldaie, stufe, termostufe, termocamini)
- Oppure pompa di calore (compresi sistemi ibridi).
Sono escluse le nuove installazioni e la rottamazione delle cosiddette “cucine economiche”. Fondamentale per ottenere il bonus è aver già ottenuto il contributo nazionale Conto Termico 2.0 da parte del GSE.
Come funziona il contributo e quali spese sono agevolate
Il contributo regionale copre fino al 100% della spesa ammissibile riconosciuta dal GSE, integrando quanto già previsto dal conto termico nazionale e garantendo che la somma dei due incentivi non superi il costo effettivo dell’intervento. Gli importi massimi variano a seconda del tipo di impianto installato:
- Caldaia a legna: fino a 8.000 euro
- Caldaia a pellet: fino a 7.000 euro
- Pompe di calore o sistemi ibridi: fino a 6.000 euro
- Termostufe, termocamini, termocucine: fino a 5.000 euro
- Inserto camino a legna/pellet: fino a 4.000 euro
- Stufa a legna/pellet: fino a 3.000 euro.
Tra le spese agevolate rientrano la dismissione dell’impianto vecchio, la fornitura, posa e installazione di apparecchiature termiche, sistemi di contabilizzazione, opere idrauliche e murarie, interventi sulla rete di distribuzione e persino il trasporto. Sono comprese anche le prestazioni professionali e l’IVA dove rappresenta un costo.
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Tempistiche: come e quando presentare domanda
Le domande possono essere presentate solo online tramite la piattaforma regionale, dal 27 gennaio fino al 31 dicembre 2025 (o comunque fino ad esaurimento dei fondi). Per accedere occorrono SPID o Carta di Identità Elettronica, oltre a tutta la documentazione tecnica richiesta.
L’iter prevede l’inserimento dei dati anagrafici, la descrizione dettagliata dell’intervento, copia del contratto conto termico e il codice CRITER dell’impianto. La graduatoria verrà stilata in base all’ordine di arrivo delle richieste, dando priorità temporale.
Il contributo viene erogato direttamente sul conto corrente del beneficiario (che deve segnalare tempestivamente eventuali variazioni IBAN). E un’eventuale rinuncia può essere comunicata via mail all’indirizzo bandocaldaie@regione.emilia-romagna.it.
Perché conviene partecipare
Sostituire i vecchi impianti a biomassa rappresenta un gesto concreto per ridurre le polveri sottili e le emissioni nocive, migliorando la salute collettiva e la sostenibilità ambientale locale. Grazie all’integrazione tra incentivo regionale e “Conto Termico”, per molte famiglie l’intervento è completamente coperto e permette di accedere a soluzioni moderne, efficienti e a basso impatto ambientale.
Chi rientra tra i destinatari è invitato a consultare le FAQ, il regolamento e la graduatoria pubblicati dall’ente regionale, e a muoversi rapidamente: il bando procede “a sportello” e i fondi potrebbero esaurirsi prima del termine finale. Contatti, documentazione e chiarimenti sono disponibili nei canali URP regionale e nella sezione dedicata del sito ambiente.regione.emilia-romagna.it.