Bonus da 100 euro sulle pensioni 2026: quanto vale davvero e a chi spetta

Redazione

13 Dicembre 2025

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Nel 2026 per chi percepisce pensioni molto basse arriverà un piccolo incremento aggiuntivo: un bonus di circa 100 euro agganciato alla rivalutazione straordinaria prevista sulle pensioni inferiori al trattamento minimo INPS. Non è un nuovo assegno separato, ma un aumento percentuale che si somma alla normale perequazione legata all’inflazione e che, a conti fatti, vale poco più di 100 euro l’anno. Ecco di seguito tutti i dettagli.

Cos’è davvero il bonus da 100 euro sulle pensioni

Negli ultimi anni il Governo ha previsto, oltre alla rivalutazione ordinaria basata sull’indice dei prezzi, un incremento straordinario dedicato alle pensioni minime, per avvicinarne gradualmente l’importo a una soglia considerata più dignitosa. Nel 2024 la maggiorazione extra era intorno al 2,7%, nel 2025 è scesa al 2,2% e per il 2026 verrà ridotta ancora, attestandosi circa all’1,3%–1,5% a seconda delle simulazioni, da applicare all’importo della pensione dopo la rivalutazione ordinaria dell’1,4%.

Questo meccanismo fa sì che, nel 2026, la pensione minima base salga prima con la rivalutazione dell’1,4% (da poco sopra 600 euro a circa 611,85 euro) e solo dopo riceva il ‘ritocco’ straordinario, che la porta intorno ai 618–620 euro mensili. Considerando la differenza tra quanto spetterebbe con la sola rivalutazione ordinaria e quanto si ottiene aggiungendo l’extra, il vantaggio reale è di circa 8–9 euro al mese, cioè poco più di 100 euro su dodici mensilità. Nel 2025, con una percentuale straordinaria più alta, il beneficio complessivo era stato intorno ai 170 euro annui: da qui l’idea che nel 2026 arrivi un bonus da 100 euro, in realtà frutto di un potenziamento meno generoso rispetto all’anno precedente.

Il risultato finale per il pensionato, quindi, è un assegno base leggermente più alto rispetto al 2025, ma con un vantaggio aggiuntivo più piccolo rispetto a quello che era stato concesso l’anno precedente.

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A chi spetta l’aumento e come si calcola

Il potenziamento straordinario riguarda i titolari di pensioni di importo inferiore al trattamento minimo INPS, cioè quelli che, dopo la rivalutazione ordinaria, restano sotto la soglia di circa 611,85 euro lordi mensili nel 2026. Non è necessario percepire l’integrazione al trattamento minimo: il requisito chiave è l’importo dell’assegno, indipendentemente dal fatto che la pensione sia liquidata con sistema retributivo, misto o interamente contributivo.

L’aumento straordinario viene quindi calcolato applicando la percentuale aggiuntiva sull’importo della pensione rivalutata:


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  • Chi è molto vicino al trattamento minimo (ad esempio 600–610 euro) riceve un incremento che può avvicinarsi al bonus teorico di circa 100 euro l’anno
  • Chi ha assegni più bassi, ad esempio 500–550 euro, vedrà un aumento proporzionalmente minore, perché la percentuale si applica a una base più ridotta.

Insomma, l’extra è solo un piccolo passo in avanti, non una vera e propria integrazione piena. Questo rende evidente la distanza rispetto alle promesse politiche di pensioni minime a 1.000 euro, che al momento restano lontane dalla realtà dei numeri, nonostante gli interventi mirati di rivalutazione straordinaria.