Papa Francesco ha annunciato una piccola rivoluzione per le famiglie numerose. Dal 1° gennaio 2025, in Vaticano, i nuclei con tre o più figli riceveranno un bonus mensile di 300 euro. Un’iniziativa che sembra ispirarsi alle recenti politiche di sussidio volute con forza dal Governo Meloni. Ed è un intervento lodevole, almeno nelle intenzioni, che però solleva interrogativi più ampi su come vengono affrontate, oggi, le politiche di sostegno alla natalità sia in Vaticano che in Italia. Davvero questi bonus possono avere un effetto positivo sulle nascite? Sul serio si tratta di interventi rivoluzionari, o siamo invece di fronte al solito specchietto per le allodole, che nasconde magistralmente i veri problemi su cui occorrerebbe investire? Vediamo qui sotto tutti i particolari.
Bonus 300 euro, il Papa premia la famiglie numerose
Papa Francesco si accoda alla premier Meloni, e dal 1° gennaio annuncia nuove politiche di sostegno alla natalità. Anche in Vaticano, infatti, arriva quest’anno un bonus per famiglie numerose: 300 euro mensili destinati ai nuclei con tre o più figli a carico. Al momento la misura riguarda soltanto i dipendenti del Governatorato, ma non si esclude un’estensione successiva anche ad altre amministrazioni.“La somma”, leggiamo nella nota del Governatorato, “viene elargita fino al 18° anno di età o fino alla conclusione dell’ordinario ciclo di studi, purché documentato da certificato di iscrizione rilasciato dalla scuola secondaria superiore o dall’università, e comunque non oltre il 24° anno di età”. E non è tutto. Perchè il Papa ha inoltre “stabilito che il permesso parentale passi dagli attuali tre a cinque giorni. In effetti, i tre giorni di permesso retribuito in occasione della nascita di un figlio, applicabili anche al padre adottivo o affidatario, sono estesi a cinque”.
Si tratterebbe di un’iniziativa personale del Santo Padre, che di per sé è lodevole ma al momento viene limitata a numero molto ristretto di persone. In pratica, quindi, si aggiungono privilegi a una piccola porzione di cittadini, premiando in particolare coloro che contribuiscono ad aumentare il tasso di natalità dello stato. Un meccanismo molto simile a quello messo in atto nel nostro Paese.
I bonus per famiglie e il mito della natalità in Italia
É impossibile evitare un parallelismo tra il bonus voluto dal Papa e la miriade di misure pro-famiglia previste dal nostro Governo. Da noi l’Assegno unico va in soccorso di tutte le famiglie con figli a carico (fino al compimento dei 21 anni), garantendo un importo massimo di 199,4 euro mensili per ciascun figlio minore. Poi c’è la Carta per i nuovi nati – 1.000 euro una tantum per ogni figlio nato o adottato -, un nuovo Bonus asili nido (aumentato da quest’anno fino a 3.600 euro) e ancora bonus per mamme lavoratrici, “Dote famiglia”, mutui agevolati e molto altro.
In pratica, una porzione sostanziosa del budget statale viene dedicata al sostegno alla famiglie (ancora meglio se numerose). Ma ciò significa che problemi più radicali, che riguardano tutte le categorie di cittadini – non solo chi ha figli – passano in secondo piano oppure hanno budget molto limitati. Non converrebbe, invece, lavorare per dare un sostegno reale a tutti quanti, prima di procedere all’elargizione di bonus ad hoc?
Scarica la nostra app e risparmia con i bonus attivi in Italia:
Cosa rivelano i bonus pro-natalità
Torniamo quindi al punto di partenza. La ‘rivoluzione’ del Papa – 300 euro per chi ha tre o più figli a carico – può senz’altro essere considerata come un passo avanti nella giusta direzione. Eppure secondo noi rappresenta anche un’occasione persa per dimostrare una vera solidarietà (cristiana?) che non dovrebbe conoscere distinzioni. Quanto all’Italia, che è un Paese laico fino a prova contraria, la questione è più complessa. Nessuno dice di abolire i bonus in favore delle famiglie, ma piuttosto di ripensarli in un quadro più ampio, che non lasci indietro nessuno. È necessario adesso, più che mai, superare la visione limitata che premia soltanto chi contribuisce alla natalità nel nostro Paese. Per costruire una società equa, capace di sostenere ogni individuo, a prescindere dal numero di figli. Mettendo al centro, davvero, la dignità e il benessere di tutti.