Il 2026 si annuncia come un anno di transizione per i bonus casa. Al centro dell’attenzione ci sono le detrazioni fiscali per la casa, fondamentali per chi vuole ristrutturare immobili o migliorare l’efficienza energetica della propria abitazione. Ecco quali sono le ipotesi al vaglio, e cosa potrebbe decidere il Governo nella prossima Manovra.
Bonus casa, si cerca la proroga per il 2026
L’idea principale riguarda la proroga dell’attuale agevolazione al 50% sulle ristrutturazioni delle prime case anche per il 2026. Senza un intervento, infatti, la detrazione tornerebbe al 36% dal prossimo gennaio, con un calo notevole dell’incentivo per le famiglie. Anche per le seconde case si prevede la possibilità di salire al 50%, evitando così la riduzione prevista dal 36% al 30%.
In parallelo, il Governo punta anche a rendere più accessibile il beneficio, valutando di accorciare a 5 anni – invece degli attuali 10 – il periodo di rateizzazione del bonus. Questo consentirebbe di recuperare più in fretta le somme investite e renderebbe il bonus casa più attrattivo.
Che cosa succede agli altri bonus edilizi
Nel 2026, saranno probabilmente ridimensionati o aboliti altri vantaggi legati all’edilizia. In particolare potrebbero saltare:
- Il Bonus mobili
- Il Bonus barriere architettoniche al 75%
- Il Superbonus al 65% per le riqualificazioni energetiche.
Quali sono le sfide da superare
La conferma dei bonus edilizi dipende tuttavia dalle coperture finanziarie a disposizione della legge di bilancio. Secondo le prime stime, mantenere l’attuale configurazione richiederebbe risorse aggiuntive fino a circa 2 miliardi di euro. Governo e Ministero dell’Economia, quindi, stanno valutando quale sia la formula più sostenibile per assicurare il proseguimento delle detrazioni sulla casa, senza gravare eccessivamente sui conti pubblici.
Impatto sul mercato e rischi concreti
Un’eventuale riduzione delle agevolazioni, per motivi di bilancio, potrebbe avere effetti negativi per il mercato dell’edilizia, già alle prese con prezzi elevati di materiali e manodopera. Senza un incentivo concreto, molti potrebbero rinunciare a ristrutturare, con conseguenze anche sulla regolarità fiscale e la lotta al lavoro nero. Inoltre, tagli ai bonus casa rischierebbero di rallentare la transizione energetica richiesta dalla direttiva europea sulle “case green”.
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In sintesi, il futuro dei bonus casa 2026 è tutto da scrivere, ma il Governo sta lavorando per evitare brusche frenate. La conferma della detrazione al 50% e la rateizzazione in 5 anni restano le proposte più plausibili, mentre rimangono dubbi su bonus mobili, Superbonus e altre detrazioni minori. Centrali saranno le scelte della legge di bilancio, e le strategie di rilancio del settore per incentivare le famiglie e sostenere una ripresa sostenibile dell’edilizia italiana.