Nel 2026 potrebbe arrivare uno “sconto fiscale” sui libri scolastici, grazie a una nuova deduzione dal reddito per le famiglie con figli a scuola. L’agevolazione è ancora a livello di emendamento alla Legge di Bilancio 2026, ma nasce dalla maggioranza di Governo e ha quindi buone chance di entrare nel testo definitivo della Manovra. Ecco come dovrebbe funzionare.
Bonus libri scolastici 2026, cosa prevede l’emendamento
La proposta punta a inserire, tra gli oneri deducibili previsti dall’articolo 10 del TUIR, le spese sostenute per l’acquisto dei libri di testo adottati dalle scuole del sistema nazionale di istruzione. Per finanziare la misura, è previsto uno stanziamento di circa 200 milioni di euro l’anno a partire dal periodo d’imposta 2026. In concreto, la spesa per i libri entrerebbe tra i costi che abbassano il reddito imponibile, generando quindi una tassazione più bassa per i genitori che li acquistano.
Perché sarebbe un aiuto alle famiglie
Oggi le famiglie possono detrarre al 19% solo alcune spese scolastiche (mensa, trasporto, gite, contributi di iscrizione), ma l’acquisto dei libri di testo delle medie e superiori resta escluso dalle agevolazioni nazionali, salvo contributi locali per i redditi più bassi. La deduzione proposta in Manovra, anziché dare uno sconto percentuale sull’imposta, permetterebbe di sottrarre dal reddito una parte della spesa per i libri, con un risparmio che crescerebbe al crescere dell’aliquota IRPEF applicata. In questo modo, verrebbe riconosciuto un sostegno strutturale per una delle voci più pesanti nel bilancio scolastico, soprattutto nella scuola secondaria dove i testi non sono gratuiti.
Cosa manca ancora da definire
Affinché lo “sconto libri” diventi realtà, servirà l’approvazione definitiva della Legge di Bilancio e dei relativi decreti attuativi. Nel testo finale dovranno essere fissati, inoltre:
- I limiti di spesa deducibile per figlio o per nucleo
- Le tipologie di libri ammessi (di norma, quelli obbligatori adottati dalla scuola)
- I requisiti di reddito o di documentazione (fatture, scontrini parlanti).
Solo allora le famiglie potranno inserire la nuova voce in dichiarazione dei redditi, a partire dal modello 730 relativo all’anno d’imposta 2026.