Nel panorama delle politiche sociali italiane, il bonus mamme lavoratrici rappresenta una delle misure più efficaci a sostegno delle famiglie e, soprattutto, per la promozione dell’occupazione femminile e della natalità. Per questo il Governo ha confermato e annunciato per il 2026 il potenziamento di questo contributo, al momento pari a 480 euro l’anno. Vediamo di seguito tutti i dettagli.
Bonus mamme, chi può accedere
Le beneficiarie di questa misura sono tutte le donne lavoratrici con reddito annuo complessivo fino a 40.000 euro. Condizione fondamentale è che abbiano due figli e siano titolari di un contratto di lavoro subordinato, sia a tempo determinato che indeterminato, oppure svolgano attività autonoma o siano libere professioniste.
L’erogazione del contributo, però, non si limita solo alle madri con due figli: sono incluse anche le lavoratrici con tre o più figli, che potranno accedere al bonus per un periodo esteso, cioè fino al raggiungimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo. Per le mamme con due figli, invece, il beneficio vale fino al decimo anno del figlio minore.
Il potenziamento del bonus mamme per il 2026
La novità più importante anticipata dal Governo riguarda proprio il potenziamento del bonus mamme, sia per importo che per platea di beneficiarie. L’obiettivo dichiarato è quello di rendere ancora più semplice la vita delle famiglie con figli e sostenere la presenza delle donne nel mondo del lavoro. Il contributo di 40 euro al mese verrà erogato anche alle libere professioniste e si prevede una semplificazione delle procedure di accesso, così da evitare lunghe attese e burocrazia.
Inoltre, è stato confermato che il bonus non interferirà con il calcolo dell’Assegno Unico Universale, così come accade per il bonus asilo nido e per gli aiuti a sostegno delle nuove nascite. Ciò significa che le madri che riceveranno l’integrazione da 40 euro al mese (per un totale di 480 euro annui) non dovranno temere riduzioni o penalizzazioni su altri benefici sociali. La ministra responsabile ha sottolineato il valore di questo principio: non ci saranno sovrapposizioni né vincoli penalizzanti, così che le famiglie possano cumulare diverse forme di sostegno per affrontare meglio le spese legate alla crescita dei figli.
Come fare domanda e altre novità
Dal punto di vista pratico, la richiesta va fatta all’INPS e può essere presentata sia telematicamente sia tramite patronati e intermediari abilitati. Alla domanda dovranno essere allegati i documenti che attestano la composizione della famiglia, l’età dei figli e il rapporto di lavoro. Le lavoratrici autonome e le libere professioniste potranno utilizzare la dichiarazione sostitutiva unica per autocertificare i requisiti.
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Un’altra novità riguarda il contributo per le mamme residenti in zone montane, introdotto con la recente legge sulla montagna: anche in questo caso il bonus non incide sull’ISEE e si aggiunge a quelli già riconosciuti alle mamme lavoratrici, fornendo ulteriore sostegno alle famiglie che vivono in territori spesso più svantaggiati dal punto di vista economico e sociale.
Bonus mamme lavoratrici: una misura che guarda al futuro
In conclusione, il bonus mamme lavoratrici si conferma per il 2026 come uno degli strumenti più innovativi e inclusivi del welfare italiano. Tra conferme e aggiornamenti normativi, la misura potenziata consentirà di sostenere anche le lavoratrici autonome, le professioniste, le titolari di partita IVA e quelle residenti in territori svantaggiati, senza penalizzare nessun altro beneficio sociale in corso.
Un modo concreto per favorire la partecipazione femminile al lavoro, promuovere la natalità e dare più valore alla famiglia. Il Governo punta così ad accompagnare le mamme nella sfida quotidiana tra lavoro e cura dei figli, offrendo una risposta tangibile e universale al bisogno di conciliazione e sicurezza economica.