Per combattere le lunghe liste d’attesa, l’Ausl di Modena ha lanciato una misura destinata a far discutere: un premio economico per i medici di base che riescono a ridurre il numero di visite specialistiche ed esami prescritti ritenuti non necessari. L’iniziativa è frutto di un accordo con la Fimmg e punta a promuovere una maggiore “appropriatezza prescrittiva”, premiando il comportamento “virtuoso” dei dottori che selezionano con attenzione le prestazioni da richiedere. Ecco di seguito tutti i dettagli.
Come funziona il bonus medici
Se ogni medico manterrà un numero di prescrizioni giudicate non indispensabili sotto una certa soglia — circa il 25% in meno rispetto ai dati del 2024 — riceverà 1,2 euro per ogni assistito all’anno. Considerando che un medico segue mediamente 1.500 pazienti, il bonus può arrivare fino a 1.800 euro annui. Le prestazioni coinvolte nella misura sono dodici, tra cui visite di dermatologia, gastroenterologia, oculistica, urologia e indagini diagnostiche come TAC, risonanze, gastroscopie e colonscopie.
La posizione dell’Ausl e i dubbi dei medici
Per l’Ausl, come spiega il direttore generale Claudio Vagnini, il fine è prescrivere meglio e solo a chi realmente ne ha bisogno, in modo tale da liberare risorse e rispondere in tempi brevi ai casi più urgenti. Tuttavia, lo stesso Dg ammette che si tratta di un provvedimento delicato, perché va a incidere sul rapporto di fiducia tra medico e paziente.
Molti medici, infatti, esprimono dubbi sulla misura. La pressione dei pazienti che chiedono “ricette rosse” per farmaci dopo visite specialistiche, le raccomandazioni degli specialisti stessi e la difficoltà a sottrarsi alle richieste rendono complicato centrare l’obiettivo delle riduzioni. “Nessuno nega ai pazienti visite quando sono necessarie”, spiega comunque Dante Cintori, medico e segretario provinciale Fimmg.
Un modello controverso che divide anche la politica
Non tutti, però, sono d’accordo che la soluzione sia premiare chi fa meno ricette. Fratelli d’Italia ha depositato un’interrogazione in Regione Emilia-Romagna per chiedere se il modello sarà esteso ad altre Aziende sanitarie, sollevando anche perplessità sulla tenuta della “fiducia” tra cittadini e medici. Il rischio, secondo la destra, è che il bonus economicamente motivato porti alcuni dottori a restare troppo prudenti, limitando la prevenzione.
Uno scenario che accende il dibattito
La notizia arriva proprio mentre in Emilia-Romagna cresce il fenomeno del “turismo sanitario”, con pazienti da tutta Italia in cerca di cure nella regione. L’auspicio degli ideatori della misura è che si punti su qualità e tempestività delle risposte, senza penalizzare i pazienti bisognosi né incentivare tagli indiscriminati alle richieste. Ma il tema, tra elogi per la razionalizzazione e timori etici, resta aperto.
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