Uno scandalo di dimensioni epocali – se davvero fosse confermato nei dettagli – sta travolgendo in questi giorni la ministra del Lavoro Marina Calderone. Sono emersi infatti dettagli allarmanti sulla laurea conseguita da Calderone presso l’università Link Campus di Roma, ex Libera Università di Malta. Non solo esami dati di domenica (quando l’ateneo doveva essere chiuso), ma anche l’ipotesi di rette non pagate per migliaia di euro, oltre alla sospetta cadenza regolare dei suddetti esami.
Come se non bastasse, pare che il marito della ministra fosse anche nel cda dell’università in questione. Si scaldano intanto le opposizioni, che hanno chiesto al più presto un’interrogazione parlamentare a riguardo. Mentre l’impressione, tra la gente comune, è quella di una presa in giro senza precedenti. Perché in Italia è pieno di gente che studia (seriamente) e non riesce a trovare lavoro. E intanto la ministra del Lavoro, studiando (forse) con qualche aiutino, si permette di decidere delle sorti dei lavoratori di questo Paese. Ecco i dettagli.
Calderone, lo scandalo dell’università privata
Sono giorni di fuoco per il Governo, che si trova a fare i conti con un potenziale scandalo di dimensioni clamorose. Nel mirino è finita infatti Marina Calderone, titolare del dicastero del Lavoro, dopo l’uscita di un articolo del Fatto Quotidiano che ha sollevato dubbi sulla legittimità della sua laurea. In pratica, la ministra avrebbe conseguito il titolo presso l’università privata Link Campus di Roma (ex Libera Università di Malta) seguendo modalità poco chiare.Il Fatto Quotidiano, che ha avuto accesso allo statino degli esami di Calderone, parla in particolare di prove d’esame sostenute lo stesso giorno, e anche quando l’ateneo doveva essere chiuso, cioè nei weekend. Poi ci sarebbe il tema della mancata certificazione dell’Anagrafe degli Studenti presso il ministero dell’Istruzione e dei costi. Secondo l’anagrafe, infatti, la ministra avrebbe pagato per la magistrale solo il costo del bollo (1 euro), più altri 3 euro per la contabilità della Link. È in più avrebbe ricevuto un gentile sconto su tasse e rette pari al 50%.
Ciononostante, Marina Calderone risulterebbe ancora in debito con l’ateneo di una cifra notevole. Finora avrebbe pagato infatti solo 500 euro di iscrizione e una sola rata da 850 euro, con altre sei rate, per un totale di 5.100 euro, ancora “da pagare” e “scadute”. Ciliegina sulla torta in questo possibile scandalo epocale, risulterebbe che il marito della ministra fosse all’interno nel cda dell’ateneo.
Le giustificazioni della ministra Calderone
A questo proposito, Marina Calderone ha provato a giustificarsi con dichiarazioni di varia natura. “In relazione al mio percorso universitario”, ha detto via social la titolare del dicastero, “mi preme ricordare che ho ottenuto la laurea triennale in data 12.11.2012 e quella magistrale in data 26.07.2016. Oggi un quotidiano ha trovato la prova della mia laurea, ossia il libretto universitario. Nel quale ci sono esami sostenuti lo stesso giorno e più esami superati a distanza ravvicinata…in quanto studente-lavoratrice, ero una fuori corso. Questo significa che è stata tutt’altro che una laurea presa in fretta e furia”.
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In aggiunta, la ministra ha anche ricordato che per “gli esami sostenuti nel fine settimana, è la normalità in caso di corsi dedicati agli studenti-lavoratori. Orgogliosamente posso affermare che lavoro (e studio) da più di 30 anni”.
Un affronto a lavoratori poveri e disoccupati
Urge a questo punto, come minimo, assoluta chiarezza sulla vicenda. I punti da verificare sono parecchi, e non pare accettabile che la titolare del ministero del Lavoro sia anche soltanto sospettata di determinate pratiche. Come chiedono a gran voce le opposizioni, è necessaria un’audizione in Parlamento della ministra Calderone e pure del Rettore dell’Università degli studi Link. In modo tale che tutte le incongruenze (reali o meno) vengano a galla.
Inoltre, è quasi superfluo sottolineare come questo scandalo si rifletta in senso negativo sui lavoratori italiani (che la ministra dovrebbe guidare e tutelare). Mentre infatti migliaia di persone studiano per anni, con esborsi di denaro notevoli, e poi faticano a trovare lavoro, non è accettabile che una figura di primo livello nel nostro Governo si sia comportata in modo apparentemente così poco trasparente. Ci sono troppi disoccupati in questo Paese, e le scelte del dicastero di Calderone, in questi anni, sono risultate spesso discutibili (con dichiarazioni a volte al limite del provocatorio).
Insomma, fare la morale al ‘popolo’ che non lavora è già poco consigliabile se si hanno nel cassetto lauree importanti e una preparazione comprovata. Ma se una ministra, forse con titoli presi in fretta e furia e forse grazie a favoritismi, fa la morale e pretende di decidere le sorti dei lavoratori, allora c’è qualcosa che tocca. Speriamo dunque che presto sia fatta chiarezza. E che tutto questo risulti solo un grande, ridicolo, qui pro quo.