Quest’anno la nuova Carta del Docente per la formazione degli insegnanti si fa attendere, e le sorprese non mancano: il bonus che finora era di 500 euro rischia di ridursi, mentre i tempi di attivazione slitteranno probabilmente a gennaio. L’obiettivo dichiarato è estendere la platea dei beneficiari, includendo anche docenti a tempo determinato con supplenze fino al 30 giugno, ma le conseguenze sono tutt’altro che positive per chi attende il bonus intero. Ecco tuti i dettagli.
Carta del Docente, cosa cambia
Dal 2015 la Carta del Docente è la misura-chiave per finanziare formazione e aggiornamento professionale degli insegnanti. Fino allo scorso anno scolastico il bonus era di 500 euro netti per docente di ruolo, ma adesso, per consentire anche al personale non di ruolo (supplenti fino a giugno e personale educativo) di usufruirne, la somma destinata a ciascun insegnante potrebbe scendere sensibilmente: si parla di una possibile riduzione di almeno 100 euro. Le risorse complessive stanziate saliranno, ma andranno distribuite su un numero maggiore di persone, lasciando probabilmente molti con l’amaro in bocca.
Novità e restrizioni: cos’altro cambia
Non solo importi ridotti e attese più lunghe. Quest’anno la Carta Docente amplia anche le modalità di utilizzo: si potranno acquistare anche biglietti dei trasporti (treni, aerei e abbonamenti per i mezzi pubblici) purché collegati ad attività formative. Restano però dei limiti: pc e tablet si potranno comprare solo una volta ogni quattro anni. E bisognerà fare attenzione anche ai controlli, dato che il Ministero potrà restringere l’uso della Carta per evitare che venga utilizzata per viaggi di piacere.
Quando arriva il bonus e chi resta in attesa
Al momento, la piattaforma Carte del Docente del ministero dell’Istruzione non risulta ancora attiva e sembra improbabile che la situazione si sblocchi prima del nuovo anno. Ciò che blocca tutto è la necessità di attendere un decreto interministeriale che, secondo quanto previsto dal Decreto Scuola, dovrebbe uscire entro il 30 gennaio per definire finalmente la platea di chi avrà diritto al bonus. Per i sindacati, questa attesa è insensata: i dati ci sarebbero già e il blocco equivale a negare un diritto acquisito. In pratica, nell’anno scolastico 2025/2026, nessun docente (nemmeno precari e personale educativo) vedrà il bonus prima della fine dell’inverno: un ritardo storico che sta facendo discutere tutto il comparto scuola.