Dopo quanto promesso dal Governo Meloni, è il momento di passare dalle parole ai fatti. In arrivo una svolta sulla classica distinzione tra occupabili e non occupabili: chi sono gli occupabili del reddito di cittadinanza? O meglio, chi saranno, a partire da settembre?
MIA, la nuova Misura di Inclusione Attiva, non è ancora nemmeno arrivata e fa già discutere. Dagli economisti ai comuni cittadini, tutti ne parlano e purtroppo non per elogiarla.
Purtroppo, infatti, per gli esperti MIA, soprattutto in merito alla spinosa questione “occupabili”, presenta per gli esperti delle falle non indifferenti.
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Dicono Massimo Baldini e Cristiano Gori, rispettivamente un professore di Politica Economica al Dipartimento di Economia dell’Università di Modena e Reggio Emilia, e un docente di Politica Sociale all’Università di Trento, che “La cosa più grave scritta in quella bozza di riforma è la scelta di continuare a definire gli occupabili in base alla composizione famigliare: questo è fatale e, a cascata farà un sacco di danni. Se gli occupabili sono coloro che non hanno un figlio minorenne o altri carichi famigliari (un disabile o un ultrasessantenne a carico), vuol dire che si definiscono occupabili persone che non lo sono neanche lontanamente”.
Quindi, gli occupabili per MIA sarebbero platee di persone teoricamente non occupabili. Perché? Scopriamolo insieme.
Chi sono gli occupabili del Reddito di Cittadinanza? Cosa cambierà con la MIA?
La MIA, stando a quanto previsto dalle bozze, prevede un assegno di 500 euro per i non occupabili: questi ultimi potrebbero avere un piccolo contributo in più per l’affitto.
Il giro di vite sarà invece sugli occupabili, ai quali verranno garantiti appena 375 euro (importo massimo). Ma non solo: cambia anche il tetto ISEE, ulteriormente abbassato, e che scende ora da 9360 euro a 7200, così come anticipato dal Corriere della Sera.
Si tratta di una importante novità, insieme alla rimodulazione della misura sulla base di un modello che ora va a privilegiare le famiglie più numerose, come invece non accade a momento per il Reddito.
Gli occupabili, sarebbero, in buona sostanza, tutti i soggetti maggiorenni, che abbiano una età inferiore a 60 anni, che non siano già occupati e che non frequentino un regolare corso di studi.
Si tratta cioè di tutti i soggetti in grado di trovare un’occupazione e di poter lavorare.
Rivista inoltre la norma che prevedeva quale presupposto indefettibile la residenza in Italia da almeno 10 anni, ai fini della percezione del Reddito. Ora il tetto sarà dimezzato e si scenderà a 5 anni.
MIA: la misura dovrebbe spingere la gente a una partecipazione più attiva volta alla ricerca di un lavoro
Insomma, il nuovo sistema così studiato dovrebbe spingere le persone occupabili a cercare un lavoro. Ma i punti dolenti sono molteplici: innanzitutto, quello della definizione di “offerta di lavoro congrua”.
Se da un lato infatti, al primo rifiuto di tale “offerta di lavoro congrua” il sussidio viene revocato, è ancora da capire cosa si intenda per congruità. Se infatti è congrua ogni offerta di lavoro nella provincia di residenza e con un contratto superiore a 30 giorni, sugli altri elementi di congruità tutto tace (sempre ammesso che ce ne siano).
Dubbi anche sulla formazione e i corsi da seguire: tenuti a seguirli tutti i maggiorenni e coloro che hanno compiuto 16 anni, che non sono impegnati in percorsi di studi. Quanto ai non occupabili, per loro le cose restano pressoché invariate: over 60 e persone affette da disabilità sono esclusi dalla condizione di occupabilità ed anche i componenti familiari che devono occuparsi dei familiari suddetti sono esonerati dall’obbligatorietà di un impiego.
Chi sono gli occupabili del Reddito di Cittadinanza? I dubbi sulla MIA
Pasquale Tridico, presidente dell’Inps non ha mancato di fare le sue osservazioni, in netto contrasto con quelle che abbiamo letto poc’anzi dei professori Baldini e Gori: “Per i cosiddetti non occupabili cambia poco, il reddito di cittadinanza si conferma essere fondamentale come contrasto alla povertà. C’era da fare un lavoro sulle politiche attive, su tutto ciò che c’è attorno alla misura e questo mi sembra che vada nella giusta direzione”.
Arriva invece dalla Cgil un giudizio non positivo, anzi, aleggia “preoccupazione e perplessità” per un metodo non condiviso, così come il merito.
Lo ha detto Daniela Barbaresi, che ha anche spiegato: “Non siamo stati chiamati su una partita importante che richiederebbe un confronto approfondito. Siamo in una situazione delicata con l’inflazione che avanza e colpisce soprattutto le famiglie in una situazione di povertà, il tema è prioritario”.
Poi ha aggiunto: “Quanto al merito, la povertà è un fenomeno complesso, non basta la presa in carico dal punto di vista economico. C’è il disagio abitativo, la povertà educativa, ci vuole una presa in carico complessiva. Andrebbe poi chiarito l’aspetto economico”.
Un confronto faccia a faccia RdC-MIA
Ma allora, in sostanza, cosa cambia tra reddito di cittadinanza e MIA?
Ecco le fondamentali differenze:
- Il tetto ISEE di MIA scende a 7200 euro, contro gli attuali 9360 del RdC;
- Al primo rifiuto di offerta di lavoro congrua scatta la revoca del beneficio (con RdC scatta dal secondo);
Inoltre, la durata della MIA:
- per i nuclei familiari con un componente disabile o minorenne o con almeno 60 anni è di 18 mesi + un rinnovo di 12 mesi, conseguibile prima di uno stop di un mese.
- per i nuclei senza disabili, minorenni, o over 60, la durata invece è di 12 mesi, rinnovabile una sola volta per 6 mesi, dopo lo stop di un mese. Dopo di che, serviranno 18 mesi per presentare nuova domanda.
Come è facile notare, si tratta di una differenza non di poco conto, atteso che l’attuale RdC ha la durata di 18 mesi senza i distinguo sopra descritti, e che per tutti e senza limiti è rinnovabile per 18 mesi dopo un solo mese di stop.
Insomma, queste le fondamentali differenze tra i due sussidi, ma settembre è ancora lontano, chissà quali altri risvolti potrebbero esservi nel prossimo futuro?
Intanto, riportiamo di seguito una tabella contenente le variazioni di quota del RdC rispetto alla MIA.