Buone notizie per i conguagli assegno unico 2023: in arrivo da questa mattina i tanto attesi importi di conguaglio per le famiglie.
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Sono tante, infatti, le famiglie in attesa dei conguagli dell’assegno unico. Molte di loro lamentavano di aver ricevuto solo i conguagli di marzo, altre di non ricevere l’assegno da diversi mesi. Tali conguagli sono dovuti a quelle famiglie che nei mesi scorsi, per motivi diversi, hanno ricevuto importi più bassi (o non li hanno proprio ricevuti) che hanno generato arretrati, e che ora necessitano di una integrazione.
E’ l’INPS, nella sua circolare n. 23 del 09 febbraio 2022, a parlare di conguagli: “L’importo mensile spettante è determinato tenuto conto dell’Isee presente al momento della domanda. L’importo erogato è fisso per tutte le rate, salvo il conguaglio che verrà effettuato generalmente nelle mensilità di gennaio e febbraio di ogni anno successivo, in cui si farà riferimento all’Isee in corso di validità al 31 dicembre dell’anno precedente”
Gennaio e febbraio, appunto, ma l’INPS invece è in ritardo e per questo molti cittadini di chiedono il perché. Ora le cose sembrano essersi “sbloccate” e sono tante le segnalazioni pervenuteci circa appunto la ricezione dei conguagli.
Le date d’accredito variano da persona a persona, quindi è possibile verificare la propria situazione personale sul fascicolo previdenziale. Se vuoi accedere in fretta al tuo fascicolo, scarica la nostra RdC app!
In alternativa, è possibile consultare il proprio fascicolo previdenziale nell’area riservata sul sito INPS, accedendo tramite SPID, CIE o CNS.
Ora vediamo insieme quali sono state le cause della formazione di questi arretrati.
Conguagli assegno unico 2023: a chi spetta il conguaglio?
Per errori da parte dell’INPS in fase di calcolo, (più frequente nei percettori di Reddito di cittadinanza), o per la mancata presentazione della DSU, o, ancora, se non si è presentato il modello RdC-Com/AU, si sono generati arretrati che ora necessitano dei conguagli assegno unico 2023.
Nello specifico, gli arretrati spettano ora a:
- quei cittadini che non hanno rinnovato ISEE o DSU entro il 28 febbraio 2023 e che hanno dunque ricevuto in automatico un importo più basso, ma se poi hanno fatto rinnovo ISEE tardivo. Questi hanno diritto agli arretrati (fino al 30 giugno 2023);
- coloro che a causa di un errore di calcolo hanno ricevuto un importo più basso e quelli che nonostante la presentazione del modello RdC-Com/Au non hanno ancora ricevuto gli importi (errore meno frequente);
- chi ha diritto alle maggiorazioni ma non le ha ancora ricevute.
Insomma, tutte queste categorie di persone riceveranno a breve i conguagli, e da questa mattina le cose paiono essersi sbloccate per molti di loro (anche se alcuni restano ancora in attesa).
Assegno unico e Reddito di cittadinanza: gli arretrati per queste platee
Nel caso in cui si sia anche percettori di RdC , era stato inizialmente riferito alle famiglie che l’assegno sarebbe stato pagato d’ufficio sulla base delle informazioni contenute nell’Isee in corso di validità e nella domanda RdC.
Ma. sfortunatamente, l’Inps si è reso conto che nonostante i dati di cui era in possesso, mancavano ancora altre informazioni utili all’erogazione, come ad esempio i dati per valutare la situazione del figlio maggiorenne di età inferiore a 21 anni.
Per questo, aveva pensato al modello RdC Com/Au, che però, essendo arrivato solo a giugno 2022, ha creato quindi un accumularsi di arretrati dato che fino a quel momento le famiglie avevano ricevuto un importo più basso di quello loro spettante.
Ora, invece, alcune famiglie hanno già iniziato a ricevere i relativi accrediti.
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