Novità contratti a termine: come funzionano?

Sabrina Andreose

6 Giugno 2023

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Con il provvedimento del Governo Meloni e del decreto Lavoro, i contratti a termine potranno essere stipulati e rinnovati entro 24 mesi. Ci sono maggiori libertà per quanto riguarda le causali che vanno a motivare la proroga di un contratto a termine (che vale 12 mesi) di altri 12 mesi. Il nuovo limite massimo è di due anni, sono state apportate delle modifiche ma possono essere effettuati ancora dei cambiamenti da parte del Parlamento.

Contratti a termine proroga obbligatoria

contratto di lavoroLa durata massima di 24 mesi dei contratti a termine può essere raggiunta con un massimo di 4 rinnovi o proroghe. Già con il decreto Dignità si erano presi provvedimenti per la normativa che interessa i lavoratori a tempo determinato. Questo infatti diceva che non c’è bisogno di apporre una causale per prorogare un contratto a termine di 12 mesi. Un contratto a termina si può rinnovare entro un massimo di 24 mesi per 4 volte, in questo caso segnalando però la motivazione del termine che deve coincidere con una delle seguenti causali:

  • necessità lavorative temporanee e fuori dall’ordinaria attività, ad esempio la sostituzione di altri lavoratori;
  • necessità lavorative connesse a incrementi temporanei e non programmabili;
  • specifiche necessità lavorative previste dai contratti collettivi (norma temporanea legata all’emergenza Covid e poi stabilizzata).

Come funzionano i contratti a termine

persona che firma un contrattoSuperati i primi 12 mesi di un contratto a termine, è possibile effettuare una proroga: questo concede un vantaggio ai datori di lavoro che hanno bisogno di personale ma non sono ancora convinti di assumere la persona a tempo indeterminato; sia ai lavoratori che si trovano bene in azienda e possono beneficiare di un contratto regolare per un altro anno.

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Per capire meglio di cosa stiamo parlando, basta fare riferimento al comunicato del Governo, che dice quanto segue:

Si apportano modifiche alla disciplina del contratto di lavoro a termine (cosiddetto “tempo determinato”), variando le causali che possono essere indicate nei contratti di durata compresa tra i 12 e i 24 mesi (comprese le proroghe e i rinnovi), per consentire un uso più flessibile di tale tipologia contrattuale, mantenendo comunque fermo il rispetto della direttiva europea sulla prevenzione degli abusi.

Pertanto, i contratti potranno avere durata superiore ai 12 mesi, ma non eccedente i 24 mesi:


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  • per esigenze di sostituzione di altri lavoratori
  • per esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, dell’attività ordinaria;
  • per temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività.

Per quanto riguarda i vecchi contratti a termine di 12 mesi, non c’è nessun tipo di variazione. La contrattazione collettiva può definire in modo autonomo i limiti massimi della durata dei contratti a termine.