Contratto di locazione abitativo a canone libero o concordato? Quale è la differenza tra i due?
Chi decide di dare in affitto un immobile sa di dover andare incontro a questa scelta, ma molto spesso è indeciso su quale scegliere perché non conosce a fondo le differenze. Ecco i chiarimenti.
Contratto di locazione abitativo: canone libero o concordato?
I contratti di locazione a canone libero sono quelli in cui il proprietario e l’inquilino possono decidere liberamente l’importo dell’affitto. Tuttavia, in questi casi la durata minima del contratto è stabilita per legge, ovvero deve essere di almeno quattro anni.
Nel caso in cui le parti concordino una durata inferiore, la clausola è automaticamente considerata nulla. Scaduti i primi quattro anni, il contratto si rinnova per altri 4 anni, e per tale motivo i contratti a canone libero sono spesso definiti in gergo contratti “4+4″.”.
Contratti a canone concordato
Quelli a canone concordato sono invece regolati dalla legge n. 431/1998. Questi tipi di contratti prevedono l’impossibilità di decidere liberamente il canone da ambo le parti: vanno infatti rispettati i limiti fissati dagli accordi locali tra le organizzazioni rappresentative di proprietari e inquilini.
Questo contratto ha un limite minimo fisso di 3 anni, più altri due rinnovati in automatico. Gli altri successivi rinnovi sono anch’essi biennali, salvo disdetta da una delle due parti.
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I contratti a canone concordato offrono più vantaggi rispetto a a quelli a canone libero, come un ‘aliquota agevolata del 10% sulla cedolare secca, anziché il 21%. Inoltre:
- in caso di tassazione ordinaria, la base imponibile per l’IRPEF viene ridotta del 30%;
- una riduzione del 25% IMU e TASI (purché siano rispettate le condizioni di cui all’articolo 8 della Legge 431/1998).
Ricordiamo però che per beneficiare delle agevolazioni è tuttavia necessario che i contratti non assistiti da associazioni di categoria ottengano una certificazione da parte delle organizzazioni firmatarie degli accordi.