In un’Italia in cui il sistema scolastico è spesso al centro di polemiche e difficoltà, esistono ancora storie che riescono a emozionare e a dimostrare quanto la passione per l’insegnamento possa trasformare una vita intera. Quella di Fabrizio P., 63 anni, è una di queste: ex manager, dopo anni di supplenze e concorsi non andati a buon fine, è finalmente diventato docente di ruolo.
Questa storia, pur singolare, rappresenta un fenomeno sempre più diffuso: quello di adulti che, nonostante carriere già avviate, decidono di cambiare strada e affrontare le incertezze del precariato per diventare insegnanti. Una scelta coraggiosa, spesso dettata dal desiderio di contribuire in modo significativo all’educazione delle nuove generazioni.
Come Fabrizio ha realizzato il sogno della cattedra
Per gran parte della sua vita, Fabrizio ha lavorato come manager nel settore agroalimentare. Laureato in Agraria, ha maturato una carriera soddisfacente, ma nel 2015 ha deciso di cambiare radicalmente percorso, guidato dal desiderio di trasmettere conoscenze e valori.
Inizia così il suo lungo cammino per diventare insegnante: le prime supplenze arrivano in alcune scuole di Rimini, poi a Gorizia. Tuttavia, come per molti altri aspiranti docenti, il passaggio al ruolo fisso si rivela tutt’altro che semplice. Per ben due volte Fabrizio partecipa ai concorsi pubblici, ma senza successo.
Nel frattempo, continua a insegnare come precario, spostandosi tra diverse scuole per completare il monte ore settimanale richiesto. Solo quest’anno, dopo aver sostenuto nuovamente il concorso, ha finalmente raggiunto il traguardo tanto ambito: un’assunzione a tempo indeterminato.
“È una conquista straordinaria,” ha dichiarato Fabrizio con entusiasmo, consapevole che il suo percorso non è stato privo di sacrifici e che, alla fine, saranno più gli anni da precario che quelli da docente di ruolo.
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Un fenomeno in crescita: diventare insegnanti dopo i 50 anni
La vicenda di Fabrizio riflette un fenomeno sociale sempre più evidente. Negli ultimi anni, un numero crescente di lavoratori tra i 40 e i 50 anni decide di lasciare il proprio impiego e intraprendere il percorso per diventare insegnante. Le ragioni sono molteplici:
- crisi aziendali: settori economici in difficoltà, riduzioni di personale ed esuberi spingono molti a cercare nuove opportunità;
- insoddisfazione professionale: dopo anni di carriera in un ambito poco stimolante, c’è chi sente il bisogno di dedicarsi a un lavoro più appagante dal punto di vista personale;
- passione per l’educazione: per molti, insegnare è una vocazione che non può essere ignorata, anche a costo di sacrifici economici e professionali.
Questo trend è particolarmente evidente nelle scuole superiori, dove la richiesta di insegnanti specializzati è in aumento, e nelle graduatorie per le supplenze, dove l’età media dei nuovi iscritti si è alzata considerevolmente.
Perché insegnare resta una scelta di cuore
Nonostante le difficoltà del sistema scolastico italiano, l’insegnamento continua a essere percepito come una professione carica di significato. Persone come Fabrizio vedono nella scuola non solo un luogo di lavoro, ma un contesto in cui lasciare un’impronta duratura.
“Finalmente posso portare avanti senza pensieri quello che mi appassiona,” ha detto Fabrizio, sottolineando come il percorso per diventare insegnante sia stato lungo e spesso frustrante, ma mai privo di motivazioni.
Anche se il tempo che gli resta prima della pensione è relativamente breve, quattro anni salvo estensioni previste dalla prossima Legge di Bilancio, Fabrizio non si lascia scoraggiare. Il suo obiettivo è vivere il presente, dedicandosi con entusiasmo al ruolo che ha conquistato.
Il valore dell’esperienza nella scuola
Storie come quella di Fabrizio mostrano alla società al Ministero dell’Istruzione come l’esperienza maturata in altri ambiti lavorativi possa arricchire la scuola. La capacità di affrontare sfide, di adattarsi a situazioni complesse e di condividere competenze professionali rende questi insegnanti particolarmente preziosi.
In un sistema educativo che fatica ad attrarre giovani laureati, figure come Fabrizio rappresentano una risorsa fondamentale. Non solo portano un bagaglio di conoscenze tecniche e umane, ma incarnano anche il valore della perseveranza e della passione, insegnando ai propri studenti che non è mai troppo tardi per seguire i propri sogni.