Potrebbe slittare ad agosto 2026 il termine per completare la riforma fiscale, e sullo sfondo fa dunque capolino la possibilità di una delega fiscale. A suggerirlo è un emendamento, presentato in Commissione Finanze alla Camera dalla relatrice del disegno di legge, che prevede una proroga dei tempi di attuazione della riforma. A riportare la notizia è Il Sole 24 Ore.
L’intento del Governo Meloni è chiaro: ottenere più tempo per trovare le risorse necessarie a finanziare le misure più impegnative della riforma.
Che cos’è la riforma fiscale?
La riforma fiscale è un progetto di ampio respiro varato dal Governo Meloni il 13 marzo 2024. Secondo quanto riportato dal Ministero dell’Economia, mira a semplificare il sistema tributario, ridurre la pressione fiscale su cittadini e imprese, favorire gli investimenti e promuovere un rapporto più collaborativo tra contribuenti e Fisco.
Tra le principali novità:
- revisione dell’Irpef;
- riduzione dell’Ires per le imprese che investono e assumono;
- abolizione graduale dell’Irap;
- introduzione del concordato preventivo biennale.
Delega fiscale: perché si valuta un rinvio?
Il rinvio della delega sarebbe legato soprattutto alla difficoltà di reperire le risorse necessarie per alcune misure ancora in sospeso. Una di queste è la riforma dell’IVA, prevista dall’articolo 7 della legge delega 2023: si tratta di un intervento particolarmente complesso, sia sul piano economico sia tecnico.
Altre misure rimaste al palo:
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- estensione della flat tax ai dipendenti, applicabile a straordinari e tredicesime;
- ampliamento della cedolare secca anche agli affitti commerciali.
Le ultime novità sul concordato preventivo
Nonostante le difficoltà, il lavoro del Governo non si è fermato. Tra le novità più recenti c’è il decreto correttivo sul concordato preventivo biennale per le partite IVA, approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri. La misura, valida per il biennio 2025-2026, introduce un tetto alle proposte del Fisco riservato ai contribuenti più affidabili (con punteggio ISA da 8 a 10):
- ISA 10 → tetto massimo del 10%
- ISA 9 → tetto al 15%
- ISA 8 → tetto al 25%
Inoltre, non si decadrà più automaticamente dal concordato per un semplice avviso bonario: la perdita del beneficio scatterà solo se non si regolarizza la posizione entro 60 giorni.
Un meccanismo da rilanciare
Il primo round del concordato aveva raccolto solo 585.000 adesioni su 4,5 milioni di potenziali interessati. Quest’anno, però, i contribuenti forfettari sono esclusi, riducendo la platea di 1,7-1,8 milioni di soggetti.
Il nuovo meccanismo punta a rafforzare la compliance, bloccando tasse e controlli per due anni e incentivando un maggior dialogo tra Fisco e contribuenti.
Le altre misure approvate
Il decreto legislativo correttivo interviene anche su altri aspetti della riforma:
- adempimenti e versamenti: semplificazioni operative e scadenze più distanziate (es. invio dati della tessera sanitaria solo una volta l’anno dal 2025);
- accertamenti e sanzioni: razionalizzati i meccanismi di verifica e punizione;
- contenzioso tributario: modifiche per rendere il sistema più snello e accessibile.
“Con questo sedicesimo decreto legislativo, rendiamo il sistema fiscale più semplice e vicino ai cittadini”, ha dichiarato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo.