Da RdC a Mia, da Mia a Gil (Garanzia per l’Inclusione): il reddito muta forma e nome nuovamente. Ormai è deciso: il nuovo RdC si chiamerà Garanzia per l’Inclusione e sono circa 709mila le famiglie coinvolte, per una spesa di circa 5.3 miliardi.
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Nuove misure accompagneranno lo strumento: la Prestazione di accompagnamento al lavoro e la Garanzia per l’attivazione lavorativa, che verranno riconosciute a diverse categorie di cittadini.
Gil: inasprimento delle pene e sanzioni ai “furbetti”
Pene fino a sei anni di carcere: queste le sanzioni che riporta il Messaggero, inerenti le truffe ai danni dello stato da parte dei percettori indebiti del sussidio. Gil arriverà dal 1° gennaio del 2024, e sostituirà definitivamente il Reddito di Cittadinanza.
La “lotta ai furbetti” prevista dal Governo Meloni inizia dunque ad avere un nome e un volto, non più quello di Mia, come inizialmente ipotizzato, ma quello, appunto, della Garanzia per l’Inclusione.
Nello specifico, le sanzioni vanno da 1 a 3 anni per chi non comunichi tempestivamente all’INPS le variazioni nel proprio reddito. E nel caso di documenti contraffatti e informazioni dichiaranti il falso, le pene sono raddoppiate: da 2 a 6 anni.
A chi spetta il nuovo sussidio e gli importi
Gil spetterà a tutti i nuclei famigliari al cui interno vi sia almeno un disabile, un minore, un soggetto con almeno 60 anni di età o una persona a cui è stato riconosciuto l’assegno per l’invalidità civile. L’importo ammonta a circa 500 euro al mese (6.000 euro l’anno) e il sussidio è integrato fino a 3.360 euro per chi vive in affitto. Viene erogato per un massimo di 18 mesi, e dopo un mese di stop riparte per altri 12.
Accompagnamento al lavoro: cos’è
In arrivo anche la Prestazione di accompagnamento al lavoro: si tratta di una ulteriore misura di politica attiva, per quei beneficiari RdC che alla scadenza dei 7 mesi di sussidio previsti per quest’anno, hanno sottoscritto un patto per il lavoro.
Si potrà chiedere dal primo settembre, e il suo ammontare è di 350 euro al mese. Stessi importi anche per coloro che vivano in condizione di povertà assoluta ma che non rientrano nelle categorie sopra menzionate: si tratta cioè di soggetti di età compresa tra i 18 ed i 59 anni, con un valore Isee non superiore a 6mila euro.
Incentivata anche l’occupazione: la bozza prevede infatti sostanziosi sgravi fiscali per contratti a tempo indeterminato, cui viene riconosciuto infatti uno sgravio contribuivo del 100% per due anni, fino a un massimo di 8000 euro l’anno. Del 50% per i contratti a termine o stagionali, per un massimo fino a 4000 euro l’anno. Le stime ipotizzano circa 20mila assunzioni a tempo indeterminato e 50mila a termine o stagionali.
Le medesime agevolazioni sono previste per chi apre un’attività di lavoro autonomo entro i primi 12 mesi di fruizione del beneficio.
Riforma RdC: altre misure
Oltre la Garanzia, sono previste altre misure, tra cui anche la maggiorazione dell’ assegno unico universale nel caso di genitori soli perché uno deceduto, e tre scadenze (anziché due) per la richiesta di pensionamento dell’Ape sociale.
Previsti inoltre aumenti degli sgravi contributivi e previdenziali per i datori di lavoro di colf e badanti.