Gasolio più caro e sconti fantasma: la stangata del Governo sugli automobilisti

Redazione

21 Dicembre 2025

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Da gennaio 2026 il pieno di gasolio diventerà più caro, ma a pagare – guarda caso – saranno sempre gli stessi automobilisti, mentre lo stop all’aumento sulle multe stradali e sulla benzina rischia di essere l’ennesimo gioco di prestigio contabile. Ecco tutti i dettagli.

Governo, la beffa dello stop alle multe

Il Governo ha bloccato per il terzo anno di fila l’aumento automatico delle sanzioni del Codice della strada: niente ritocchi del 2% circa, quindi le cifre restano quelle di oggi. Senza questo stop, il divieto di sosta sarebbe passato da 42 a 43 euro, l’accesso abusivo in Ztl da 87 a 89 euro, il superamento dei limiti oltre i 60 km/h da 845 a 862 euro, il rosso semaforico da 167 a 170 euro, il mancato uso delle cinture da 83 a 85 euro, e infine l’uso del cellulare alla guida da 250 a 255 euro. Un rincaro minimo sulla carta che è stato evitato, quindi, ma che il Governo sbandiera come grande operazione a favore dei cittadini, dimenticandosi che dal 2019 le multe sono congelate mentre il costo della vita è esploso.

Nuova stangata sulle accise del gasolio

Nel frattempo, però, procede senza intoppi il riallineamento delle accise: dal 1° gennaio 2026 il gasolio sarà colpito da un aumento secco di 4,05 centesimi al litro, che porterà nelle casse dello Stato circa 552 milioni di euro nel 2026. Tradotto in pratica, calcola il Codacons, un pieno da 50 litri costerà 2,47 euro in più, cioè quasi 60 euro l’anno in più per chi fa due pieni al mese. Una “misura verde” che il Governo presenta come allineamento alla benzina, ma che in realtà pesa soprattutto sui milioni di italiani che hanno scelto il diesel proprio perché più conveniente.

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Benzina scontata (ma solo sulla carta)

Sulla benzina invece, almeno sulla carta, ci sarebbero buone notizie, dato che l’accisa verrà ridotta dello stesso importo (sempre 4,05 centesimi al litro). Peccato però che, come ricorda il Codacons, quando a maggio l’accisa sul gasolio è salita di 1,5 centesimi il prezzo alla pompa è aumentato immediatamente, mentre per la verde – nonostante il taglio di 1,5 centesimi – i ribassi sono stati quasi invisibili. In altre parole, quando si tratta di aumentare le tasse i rincari si vedono il giorno dopo; quando invece si parla di riduzioni, gli sconti si perdono lungo la filiera, tra distributori, margini e assenza di controlli seri.

Il bilancio finale per chi usa l’auto

Il risultato è che le multe restano ferme, ma sul gasolio (e anche sull’Rc auto) si prepara una stangata ben più pesante per il portafoglio delle famiglie rispetto all’euro di differenza sul divieto di sosta che non aumenta. E senza un monitoraggio reale dei prezzi, e sanzioni per chi non trasferisce al consumatore i tagli di accisa, il tanto sbandierato sconto sulla benzina rischia quindi di restare, ancora una volta, solamente nei titoli dei comunicati stampa. E a rimetterci, come sempre, sono solo gli automobilisti.