I concorsi pubblici, un tempo simbolo di stabilità e avanzamento sociale, non attraggono più le giovani generazioni italiane, che li percepiscono sempre più come un miraggio in una società segnata dalla disuguaglianza intergenerazionale. La promessa di un impiego sicuro e una carriera solida sembra ormai riservata a pochi eletti, mentre per molti giovani partecipare ai concorsi appare inutile. Una ricerca Demopolis per Oxfam rileva che l’80% dei giovani italiani vede la propria generazione svantaggiata rispetto a quella precedente in termini di opportunità lavorative ed economiche.
Burocrazia incomprensibile e procedure macchinose
I concorsi pubblici sono vissuti come un percorso a ostacoli: tra procedure complesse e lungaggini burocratiche, molti giovani abbandonano l’idea di diventare insegnante o entrare nella pubblica amministrazione prima ancora di cominciare. La rigidità del sistema, che spesso non valorizza competenze innovative o esperienza sul campo, porta molti a chiedersi: vale davvero la pena fare tanta fatica per entrare in un sistema che offre poche garanzie di crescita reale?
Inoltre, la mancanza di supporto informativo e di orientamento sul mondo del lavoro spinge sempre più giovani a sentirsi disorientati di fronte a queste opportunità, come confermato dal sondaggio Next Generation You, secondo cui 4 su 10 ritengono di non avere informazioni sufficienti per scelte professionali concrete.
Disuguaglianza generazionale: i concorsi sembrano inaccessibili
I giovani italiani percepiscono che la scalata sociale sia una realtà riservata a una minoranza. A scoraggiarli è il fatto che il sistema dei concorsi appare sempre meno un veicolo di giustizia sociale e sempre più una gara diseguale, dove chi ha più possibilità economiche o contatti nel settore pubblico ha una marcia in più. Secondo Oxfam, sono milioni i giovani che in Italia si trovano in una sorta di limbo lavorativo, senza certezze, e la maggioranza teme un futuro peggiore rispetto ai genitori.
Il Servizio Civile: l’alternativa (quasi) ignorata
Se l’interesse per i concorsi è basso, iniziative come il Servizio Civile Universale sembrano avere un leggero appeal in più, poiché rappresentano un’occasione di acquisire competenze pratiche e soft skills. Tuttavia, anche qui i giovani lamentano una scarsa connessione con il mondo del lavoro, auspicando che tali esperienze vengano valorizzate come percorsi di crescita formativa e professionale reali.
I giovani vogliono un cambiamento
L’attuale percezione dei concorsi pubblici è un chiaro segnale: le nuove generazioni desiderano un cambiamento strutturale. Più di semplici opportunità lavorative, i giovani italiani vogliono che il sistema garantisca parità di accesso e percorsi di carriera che non si limitino a stabilizzare una posizione, ma permettano anche di crescere e avanzare. Fino a quando le istituzioni non accoglieranno queste esigenze, i concorsi rischieranno di rimanere una promessa vuota per molti.
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Dunque, i concorsi pubblici sembrano non essere più lo strumento che prometteva un futuro stabile e meritocratico. Finché non si colmerà il divario tra promesse e realtà, i giovani continueranno a guardare con scetticismo e disincanto al mondo dei concorsi.