La normativa italiana garantisce l’accesso all’indennità di maternità e paternità non solo ai lavoratori dipendenti, ma anche agli autonomi e ai collaboratori iscritti alla Gestione Separata INPS. Questa tutela si applica in caso di nascita, adozione o affidamento di minori, e consente di ricevere un sostegno economico nei mesi che accompagnano questo importante evento familiare. Ecco tutti i dettagli.
Chi ha diritto all’indennità: i requisiti principali
Per ottenere l’indennità se sei un lavoratore autonomo i requisiti sono chiari:
- Devi essere iscritto alla Gestione Separata INPS
- Non devi percepire un’altra indennità di maternità da assicurazioni obbligatorie (ad esempio come dipendente a tempo indeterminato: in quel caso vale il regime più favorevole)
- Non devi essere in pensione
- Devi aver versato almeno un mese di contributi alla Gestione Separata nei 12 mesi precedenti al periodo di maternità o paternità.
Va inoltre sottolineato che l’indennità è garantita ai collaboratori anche quando il committente non ha regolarmente versato i contributi, grazie al principio dell’automaticità delle prestazioni. Per i liberi professionisti, invece, la responsabilità dei versamenti è personale.
Durata dell’indennità
La prestazione ordinaria copre cinque mesi complessivi: due mesi prima della data presunta del parto e tre mesi successivi alla nascita effettiva del minore, comprensivi del giorno del parto. Vi è comunque la possibilità di svolgere attività lavorativa durante il periodo di fruizione dell’indennità, senza l’obbligo di astensione. Tuttavia, in caso di gravi complicanze della gravidanza o quando le condizioni lavorative risultano dannose per la salute, le autorità competenti (ASL e Direzione territoriale del lavoro) possono disporre l’interdizione anticipata e/o prolungata dal lavoro, prolungando la durata della maternità fino a sette mesi dopo la nascita.
Inoltre, qualora il reddito percepito nell’anno antecedente sia inferiore alla soglia annualmente rivalutata (pari a 9.456,53 euro per il 2025), è possibile richiedere l’indennità di maternità o paternità per un ulteriore periodo di tre mesi successivi rispetto alla prestazione ordinaria.
Flessibilità del periodo indennizzato
La normativa prevede anche una flessibilità nell’inizio del congedo: la maternità può iniziare un mese prima del parto e proseguire nei quattro mesi successivi, oppure coprire l’intero periodo di cinque mesi dopo la nascita. In entrambi i casi, non è richiesto l’invio di specifici certificati medici aggiuntivi, ma è sufficiente una dichiarazione contestuale nella domanda online.
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Come funziona il congedo di paternità per autonomi
Quanto al congedo di paternità è riconosciuto nelle ipotesi di impossibilità della madre (ad esempio per decesso, grave infermità, abbandono o affidamento esclusivo al padre) o nei casi in cui la madre non possa usufruirne. E in presenza di reddito inferiore alla soglia indicata, anche ai padri possono spettare ulteriori tre mesi di indennità successivi al periodo base.
Importo della prestazione e modalità di pagamento
L’indennità corrisponde all’80% di 1/365 del reddito annuale utile ai fini contributivi e viene erogata dall’INPS direttamente tramite bonifico bancario o postale. La richiesta del beneficio deve essere inoltrata in via telematica attraverso il sito INPS (utilizzando SPID, CIE, o CNS), preferibilmente prima dell’inizio del periodo indennizzabile e comunque entro un anno dal termine dello stesso.
La domanda deve inoltre essere accompagnata dal certificato medico di gravidanza (trasmesso online dal medico) e dalla comunicazione della data di nascita del minore entro 30 giorni dal parto.
In sintesi, l’indennità di maternità e paternità gestita dalla Gestione Separata INPS fornisce un importante sostegno economico anche ai lavoratori autonomi e freelance, favorendo la conciliazione tra esigenze professionali e familiari anche in assenza di un rapporto di lavoro dipendente stabile.