Recentemente, il Senato ha approvato un disegno di legge che introduce importanti incentivi per i docenti che scelgono di insegnare in montagna. Tra le agevolazioni previste, spiccano un credito d’imposta fino a 2.500 euro per coprire le spese abitative e un punteggio aggiuntivo nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS), che potrebbe rendere questa scelta professionale non solo interessante ma anche vantaggiosa a livello di carriera.
Quali incentivi offre il disegno di legge per insegnare in montagna?
Il disegno di legge approvato in Senato prevede due misure principali per incentivare il personale scolastico nelle zone montane:
- credito d’imposta fino a 2.500 euro: destinato a coprire fino al 60% del canone d’affitto o delle rate del mutuo per l’acquisto della prima casa. La misura è rivolta ai docenti che prendono servizio in aree di montagna e mira a compensare le spese per chi si trasferisce in questi luoghi. Nei comuni montani con meno di 5.000 abitanti e nelle aree con minoranze linguistiche storiche, il credito d’imposta può arrivare fino al 75% delle spese, con un limite di 3.500 euro annui;
- punteggio aggiuntivo nelle GPS: un incentivo concreto per aumentare le opportunità di carriera per i docenti precari che accettano incarichi nelle scuole di montagna. Questo bonus viene calcolato in base alla durata del servizio e ai docenti che si trovano a insegnare in classi plurime. L’obiettivo è incentivare i professionisti del settore scolastico ad accettare incarichi nelle zone più difficili, migliorando le condizioni d’insegnamento e garantendo una maggiore stabilità del personale in queste aree.
Come funziona il credito d’imposta per i docenti?
La misura del credito d’imposta è un aiuto economico destinato a coprire parte delle spese abitative dei docenti che scelgono di insegnare nelle scuole di montagna. Dal 2025, i docenti che prendono in affitto o acquistano una casa in un comune montano potranno accedere a un contributo che copre fino al 60% delle spese abitative annuali, fino a un massimo di 2.500 euro. Nei comuni con minoranze linguistiche e meno di 5.000 abitanti, il contributo è aumentato fino al 75% delle spese, con un tetto di 3.500 euro.
Questa misura è stata studiata per alleggerire il carico economico di chi, per motivi lavorativi, si trasferisce in aree dove il costo della vita potrebbe rappresentare un ostacolo. Per beneficiare del credito d’imposta, il personale scolastico deve dimostrare di aver prestato servizio nelle scuole di montagna per almeno 180 giorni all’anno.
Cosa comporta il punteggio aggiuntivo nelle GPS per chi insegna in montagna?
Il secondo incentivo previsto riguarda un punteggio aggiuntivo nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS), una misura particolarmente vantaggiosa per i docenti precari. Chi sceglie di insegnare in una scuola di montagna può ottenere un bonus in termini di punteggio, migliorando le proprie possibilità di accesso ai posti disponibili in futuro. Inoltre, i docenti che lavorano in classi plurime (gruppi di studenti di diverse età e livelli scolastici) riceveranno un punteggio aggiuntivo ulteriore, dato l’impegno richiesto da questa tipologia di incarico.
La legge vuole quindi premiare chi decide di insegnare in condizioni logistiche e didattiche più complesse, creando un meccanismo di incentivo che valorizza l’impegno dei docenti in contesti meno accessibili. Tuttavia, c’è da notare che misure simili sono state in passato dichiarate incostituzionali (come nella sentenza n. 11/2007 della Corte Costituzionale), pertanto resta da vedere se l’attuale proposta verrà pienamente approvata senza modifiche.
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Obiettivi del DDL per le scuole di montagna
La nuova legge rappresenta un tentativo di contrastare la cronica carenza di docenti nelle scuole di montagna, un problema che incide sulla qualità della formazione offerta agli studenti delle aree montane. Attraverso queste misure, il Governo punta a:
- garantire la continuità del servizio scolastico nelle zone svantaggiate, con un miglioramento della qualità dell’istruzione per le comunità locali;
- attirare docenti qualificati verso scuole di montagna, incentivandoli con agevolazioni fiscali e vantaggi in graduatoria;
- definire ufficialmente le “scuole di montagna”: un elenco di comuni montani sarà pubblicato, includendo specifiche agevolazioni per le comunità con minoranze linguistiche storiche.
Marcello Pacifico di Anief ha commentato l’approvazione del disegno di legge, sottolineando che la misura rappresenta un passo avanti per riconoscere i sacrifici dei docenti nelle zone montane. Tuttavia, ha anche espresso la necessità di estendere tali misure ad altri lavoratori della scuola che operano in contesti svantaggiati.
Con l’obiettivo di contrastare la carenza di personale nelle scuole di montagna, il Governo spera di rendere queste aree più attrattive e di garantire un’educazione di qualità anche agli studenti delle località meno raggiungibili. Insegnare in montagna, quindi, conviene davvero, non solo per i benefici economici, ma anche per il contributo sociale che si porta a queste comunità.