Libretti postali per disabili nel calcolo ISEE: una questione ultimamente assai dibattuta. Il sistema dell’ISEE è uno strumento fondamentale per valutare la condizione economica di nuclei familiari e determinare l’accesso a prestazioni sociali agevolate.
Ma talvolta i suoi metodi di calcolo risultano essere alquanto discutibili, specialmente, ad esempio, per quanto riguarda l’inclusione di strumenti finanziari come i libretti postali, anche quelli intestati a persone con disabilità.
Libretti postali per disabili nel calcolo dell’ISEE
Attualmente, i libretti postali vengono considerati come patrimonio mobiliare nel calcolo dell’ISEE, influenzando il valore complessivo e, di conseguenza, l’accesso a misure di sostegno economico. Questo principio vale anche per i libretti intestati a persone con disabilità, nonostante il loro scopo spesso sia quello di garantire una maggiore stabilità economica a chi affronta una condizione di fragilità.
Disabili penalizzati dal calcolo ISEE
Il conteggio dei libretti postali nell’ISEE comporta ovviamente una penalizzazione dei disabili e delle loro famiglie
I libretti postali, nel caso specifico dei disabili, molte famiglie, rappresentano una forma di risparmio sicura e accessibile, utilizzata per mettere da parte somme destinate a coprire spese future o impreviste per i propri cari con disabilità.
L’inclusione di tali risparmi nel calcolo dell’ISEE può far sì che il valore dell’indicatore superi le soglie previste per accedere a misure di sostegno economico o servizi sociali. Questo si traduce in una chiara penalizzazione per famiglie che spesso già affrontano costi elevati legati alle cure, ai dispositivi medici, o ad altri servizi essenziali per le persone con disabilità.
L’esclusione dei titoli di Stato
Per contro, le recenti modifiche alla normativa ISEE hanno escluso dal patrimonio mobiliare alcuni strumenti finanziari garantiti dallo Stato, come i titoli di Stato e i buoni fruttiferi postali, fino a un valore di 50.000 euro. Ma allora, perché non fare lo stesso con i libretti?
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Si tratta di una grave incoerenza normativa, specialmente alla luce del fatto che obiettivo dell’ISEE sarebbe quello di tutelare le fasce più vulnerabili della popolazione, tra cui le persone con disabilità.
Oltretutto, includere i buoni postali nell’ISEE avrebbe un effetto disincentivante sul risparmio. Sapendo che i risparmi accumulati su libretti postali per disabili vengono inclusi nel calcolo dell’ISEE, le famiglie potrebbero essere disincentivate a utilizzare questi strumenti. Questo porta a conseguenze negative, come la ricerca di soluzioni meno trasparenti o meno sicure per accumulare risparmi, con possibili rischi sia finanziari che legali.
Per affrontare questa situazione, sarebbe opportuno introdurre una deroga specifica che escluda i libretti postali intestati a persone con disabilità dal calcolo dell’ISEE. Questa esclusione potrebbe essere limitata a una soglia ragionevole, ad esempio 50.000 euro, in linea con le esenzioni già previste per altri strumenti finanziari.