Il Governo Meloni è al lavoro sulla prossima Manovra economica, e molte delle misure in discussione puntano a dare una vera spinta ai salari, soprattutto per chi lavora di più e per il ceto medio. Tra le ipotesi più discusse in questi giorni, accanto alla riduzione dell’Irpef, spunta la possibilità di introdurre una detassazione non solo per straordinari, lavoro festivo, premi di produttività e lavoro notturno, ma anche per la tredicesima mensilità. Una scelta che, se confermata, avrebbe effetti diretti sulle buste paga di milioni di lavoratori, ma porta con sé interrogativi importanti sulle risorse a disposizione. Ecco i dettagli.
Detassazione della tredicesima: la proposta sul tavolo
La vera novità emersa nelle ultime ore è l’idea di estendere la detassazione anche alla tredicesima, la “mensilità aggiuntiva” pagata a dicembre a oltre 19 milioni di dipendenti. Fino ad oggi, la tredicesima è soggetta a trattenute contributive e fiscali esattamente come lo stipendio ordinario. Cambiare questa regola significherebbe alleggerire, anche di molto, il peso delle tasse su questa somma, lasciando più soldi in tasca ai lavoratori proprio a ridosso delle festività natalizie.
Ad avanzare pubblicamente questa ipotesi è stato Antonio Tajani, vicepremier e coordinatore nazionale di Forza Italia. Le sue parole sono inequivocabili: “Si può pensare a una proposta un po’ azzardata, però perché no? Cioè la detassazione della tredicesima. Vediamo che si può fare”.
In teoria, la misura avrebbe un impatto considerevole: solo lo scorso anno era stato introdotto un “bonus Natale” di 100 euro netti (per lavoratori con redditi fino a 28mila euro e almeno un figlio a carico), ma detassare tutte le tredicesime varrebbe ben di più. Si tratta infatti di circa 59,3 miliardi di euro, che oggi fruttano allo Stato oltre 14 miliardi di gettito fiscale.
Le simulazioni sulla detassazione della tredicesima
Al momento sul tavolo ci sono due principali opzioni per la detassazione della tredicesima mensilità:
- Esenzione totale dell’Irpef, lasciando solo i contributi previdenziali
- Imposta sostitutiva al 10% — sulla falsariga dei premi di produttività.
A queste si aggiungerebbe poi il taglio della seconda aliquota Irpef, dal 35% al 33%, con soglia estesa fino a 60.000 euro, che garantirebbe comunque un incremento, seppur più moderato, in busta paga.
Scarica la nostra app e risparmia con i bonus attivi in Italia:
Sulla base delle due principali ipotesi — esenzione Irpef o imposta sostitutiva al 10% —le prime simulazioni riportate da Il Messaggero prevedono i seguenti aumenti nella tredicesima di fine anno:
- RAL 20mila euro: +321 euro (esenzione Irpef), +182 euro (imposta sostitutiva)
- RAL 28mila euro: +450 euro, +254 euro
- RAL 35mila euro: +856 euro, +611 euro
- RAL 50mila euro: +1.222 euro, +873 euro
- RAL 60mila euro: +1.802 euro, +1.383 euro.
Insomma, se il taglio al prelievo fiscale sulla tredicesima dovesse essere inserito in legge di Bilancio, molti italiani quest’anno potrebbero trovarsi una gradita sorpresa nella busta paga di dicembre. Tutto ora dipenderà dai margini di spesa della prossima Manovra e dalla volontà di Governo e maggioranza di investire con forza in una misura vista da molti come un incentivo concreto all’economia, ma anche come un aiuto tangibile per lavoratori e pensionati alle prese con i rincari.
Straordinari, festivi e flat tax: le altre ipotesi per spingere i salari
Non solo tredicesime: il fronte della detassazione investe anche tutte le “voci variabili” del salario. Tra queste ci sono gli straordinari, il lavoro festivo, il lavoro notturno e i premi di produttività. L’ipotesi più accreditata è quella di una flat tax ridotta, da estendere a queste voci come già avviene per i premi di produttività (oggi tassati al 5% fino a 3.000 euro, per redditi sotto gli 80.000 euro).
“La soluzione non si chiama reddito di cittadinanza né salario minimo. Si chiama detassazione degli straordinari, dei festivi, dei premi di produzione e in prospettiva si può pensare a una detassazione della tredicesima”, ha spiegato ancora Tajani.
Per detassare gli straordinari, i festivi, il lavoro notturno e la produttività si pensa a un’aliquota speciale, inferiore all’Irpef ordinaria, e a un eventuale tetto sull’importo o sul numero di ore che possono beneficiare dello “sconto” fiscale. L’obiettivo è duplice: rendere più ricca la busta paga e dare allo stesso tempo flessibilità alle imprese nei periodi di maggior bisogno di personale.
L’ipotesi del taglio Irpef
Nel quadro della Manovra, spicca anche la proposta di tagliare l’aliquota Irpef dallo scaglione tra i 28mila e i 50mila euro – abbassandola dal 35% al 33% e ampliando la soglia fino a 60mila. È una delle misure con più chance di essere approvata, insieme agli incentivi per i rinnovi contrattuali e alle agevolazioni per i “salari poveri”.
Il rebus delle risorse disponibili
Il vero rebus, però, resta quello delle coperture. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, non fa mistero delle difficoltà. I costi di una detassazione massiccia di tredicesime e straordinari sarebbero molto alti – basti pensare che solo la detassazione totale delle tredicesime vale oltre 14 miliardi di euro di gettito potenzialmente da coprire.
E a pesare sono anche gli impegni presi con la Nato per la Difesa, e la cosiddetta “clausola di salvaguardia” sulle spese militari, che rischia di impattare sul deficit e mettere a rischio l’obiettivo del Governo di scendere sotto la soglia del 3%.
Dunque, dopo l’estate, la partita si giocherà tutta sulle coperture finanziarie e sulle priorità da fissare: taglio delle tasse sul lavoro, incentivi per i rinnovi contrattuali, politiche per la natalità e misure per la difesa. Solo nelle prossime settimane si capirà davvero cosa potrà essere finanziato subito e quali desideri resteranno ancora in sospeso.