In arrivo nuove regole per la donazione in denaro: quale il destino riguardo anche la donazione ai figli?
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L’abitudine di assegnare una “paghetta” ai propri figli (o ai propri nipoti) è piuttosto consolidata in molte famiglie: un obiettivo che, infatti, in molti genitori si pongono, è quello di insegnare loro la gestione dei risparmi e delle risorse, con lo scopo di sensibilizzarli.
Tuttavia, non è la “paghetta” ad essere oggetto di donazione ai figli. Spesso, infatti, non mancano situazioni in cui sono i genitori stessi a consegnare ai figli somme di denaro derivanti, ad esempio, dalla vendita di immobili o da altre tipologie di investimenti, per consentire loro di investire per il proprio futuro, creando basi solide per il loro patrimonio.
Donazione in denaro: cosa dice la legge in generale
L’articolo 769 del Codice Civile individua la donazione come un atto di liberalità.
La forma che l’ordinamento prevede per la stessa, ai sensi dell’articolo 782 del Codice stesso, è quella dell’atto pubblico, a pena di nullità. Ma questo concetto vale in generale per una donazione di beni mobili o immobili, ma soltanto se non è di modico valore. In questo caso, infatti, non è prevista alcuna tipologia di atto.
In caso di atto pubblico è prevista la corresponsione all’erario dell’imposta sulla donazione, che rappresenta l’adempimento da compiere in questi casi specifici.
Attenzione andrà data, sebbene si tratti di un argomento affine ma comunque da tenere in considerazione, anche ai pagamenti in contanti: su questo punto, infatti, ci sono state delle modifiche al quadro normativo ed è bene che i contribuenti siano particolarmente attenti quando li effettuano. Clicca qui per saperne di più.
Donazione in denaro: l’imposta e le regole
Nel caso dell’imposta sulle donazioni, aliquote e franchigie sono determinate dal rapporto di parentela tra beneficiario e donante.
- 4% per il coniuge e i parenti in linea retta, da calcolare sul valore eccedente 1.000.000 di euro, per ciascun beneficiario
- 6% per fratelli e sorelle, da calcolare sul valore eccedente 100.000 euro, per ciascun beneficiario
- 6% da calcolare sul valore totale (cioè senza alcuna franchigia), per gli altri parenti fino al quarto grado, affini in linea retta, affini in linea collaterale fino al terzo grado
- 8% da calcolare sul valore totale (cioè senza alcuna franchigia), per le altre persone.
Se a beneficiare del trasferimento è una persona portatrice di handicap grave la franchigia aumenta: l’aliquota si applica infatti soltanto per le quote eccedenti il milione e mezzo di euro di valore della donazione.
Come si può notare, il valore della donazione dev’essere particolarmente alto per assoggettare l’importo all’imposta sulle donazioni.
Donazione in denaro: è possibile annullarla?
Annullare la donazione è possibile e si può procedere per vie legali.
La giurisprudenza ha stabilito, a tal proposito, che la revoca sussiste se c’è stato un danno grave alla parte cedente, tale da avergli procurato un pregiudizio grave relativa alla sua situazione economica.
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