Partita IVA senza INPS, come funziona
Il versamento dei contributi Inps, in particolare per i lavoratori autonomi, rappresenta una spesa notevole e spesso difficile da gestire. Esistono però alcuni casi, nel nostro Paese, in cui è possibile aprire la partita IVA senza INPS, non pagando quindi i contributi previsti. In sintesi è possibile per:
- Lavoratori dipendenti con partita IVA
- Professionisti autonomi senza albo
- Lavoratori autonomi che hanno accordi previdenziali con altri Stati
Analizziamo in dettaglio questi casi.
Lavoratori dipendenti con partita IVA
I lavoratori dipendenti che decidono di aprire una partita IVA, per arrotondare i guadagni, possono evitare di pagare i contributi Inps. Devono però essere dipendenti con un contratto di lavoro a tempo pieno. In tal caso, lo Stato italiano mette a disposizione una norma che esonera dal pagamento dei contributi Inps, per l’esercizio di attività commerciali o artigianali. Questo perché, ovviamente, esiste già un datore di lavoro che si occupa del pagamento dei contributi per conto del lavoratore. In termini più tecnici, poi, vi è una presunzione di svolgimento di attività principale come lavoratore dipendente, mentre l’attività autonoma rimane secondaria.
Per ottenere l’esonero, in questo particolare caso, occorre tuttavia rispettare due condizioni:
- L’attività svolta in modo autonomo deve rientrare, obbligatoriamente, tra quelle per cui è prevista la contribuzione Inps per gli artigiani e i commercianti (gestione IVS INPS artigiani e commercianti)
- Il contratto di lavoro dipendente deve essere full-time, cioè a tempo pieno. Esistono casi-limite in cui l’esenzione è stata assicurata anche a lavoratori dipendenti con lavoro part-time di 38 ore settimanali. Ma la decisione spetta soltanto ai singoli uffici territoriali dell’Inps.
Il caso del lavoratore autonomo
Altro discorso va fatto per i lavoratori autonomi dotati di partita IVA. Questi, necessariamente, devono iscriversi alla cassa di previdenza legata all’attività da loro svolta. Esistono però dei casi specifici, anche qui, in cui il lavoratore autonomo può fare a meno di pagare i contributi previdenziali Inps.
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In primis, bisogna concentrarsi sulle attività professionali senza un albo di riferimento, come ad esempio:
- Amministratori di condominio
- Copywriters
- Consulenti informatici
- Esperti di marketing
- Fotografi professionisti
- Promoter
- Personal trainer
In questi e altri ambiti simili, i lavoratori autonomi dotati di partita IVA devono comunque versare i contributi previdenziali alla gestione separata Inps, ovvero una gestione previdenziale nata per accogliere i contributi dei professionisti che non possono versarli a casse private. Se, però, i professionisti suddetti non hanno prodotto redditi nel corso del periodo di imposta (quindi il reddito è pari a zero) non vi sono contributi previdenziali dovuti, neppure alla gestione separata.
L’altra possibilità di esonero per il lavoratore autonomo con partita IVA, riguarda possibili accordi esistenti, di natura previdenziale, tra l’Italia e altri Paesi esteri. Un classico esempio è quello del professionista che rimpatria in Italia dall’estero, dove svolgeva la sua attività professionale versando i relativi contributi alla previdenza del Paese di residenza. In alcuni casi, in base a determinati accordi previdenziali siglati dall’Italia, sarà possibile per questo lavoratore ottenere l’esenzione dal versamento dei contributi previdenziali in Italia. Il lavoratore autonomo proseguirà al versamento dei contributi nella gestione estera, dunque, dove ha già maturato annualità contributive in anni precedenti.