Una domanda che spesso si pone chi è in cassa integrazione è quella circa la natura del rapporto tra pensione e cassa integrazione.
Durante la cassa integrazione si maturano i contributi? Dato che la cassa integrazione è un ammortizzatore sociale, che dire dei periodi di contribuzione, e come si accumulano?
Pensione e cassa integrazione
I periodi in cui un lavoratore si trova in cassa integrazione sono considerati utili per maturare il diritto alla pensione, ma come vengono accreditati senza che nessuno li versi? In questo caso, si tratta dei cosiddetti Contributi figurativi.
Cassa integrazione: cosa sono i contributi figurativi
I contributi figurativi sono dei contributi “fittizi”, versati da INPS sul conto assicurativo del lavoratore per i periodi in cui si è verificata una interruzione o una riduzione dell’attività lavorativa. INPS specifica quando tali contributi possono essere accreditati, d’ufficio o su domanda del lavoratore.
L’accredito d’ufficio avviene per chi è in cassa integrazione, così come avviene per chi si avvale di contratti di solidarietà.
Si ottengono invece su domanda per chi si assenta dal posto di lavoro per :
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- servizio militare,
- malattia e infortunio,
- donazione del sangue,
- congedo per maternità durante il rapporto di lavoro,
- riposi giornalieri,
- malattia del bambino,
- congedo per gravi motivi familiari,
- permesso retribuito ai sensi della legge 104/92 (handicap grave),
- congedo straordinario ai sensi della legge 388/2000 (handicap grave),
- periodi di aspettativa per lo svolgimento di funzioni pubbliche elettive o per l’assunzione di cariche sindacali.
Quando si ha diritto ai contributi figurativi?
Per ottenerli, è necessario aver versato almeno un contributo obbligatorio settimanale prima del periodo di disoccupazione, e cioè avere svolto, per almeno una settimana, un’attività lavorativa soggetta all’assicurazione previdenziale obbligatoria.
I contributi in oggetto sono determinati prendendo come riferimento la retribuzione utilizzata per il calcolo dell’integrazione salariale o dell’indennità di mobilità, . Su questo importo si applicano le aliquote di calcolo della contribuzione, che dipende dai contratti di riferimento. Come dicevamo poc’anzi è INPS a occuparsi dell’accredito. Facciamo un esempio pratico.
Ipotizziamo un lavoratore con:
- Retribuzione lorda mensile normale: €2.000
- Durata della CIG: 2 mesi
- Ore settimanali normali: 40 ore
- Ore effettivamente lavorate durante la CIG: 0 ore (CIG a zero ore)
- Aliquota contributiva figurativa: 33% (standard per i lavoratori dipendenti nel settore privato).
Retribuzione figurativa mensile: La retribuzione figurativa è uguale alla retribuzione normale che il lavoratore avrebbe percepito, ovvero:
€2.000 (retribuzione lorda mensile).
Contributo figurativo mensile: Si calcola applicando l’aliquota contributiva alla retribuzione figurativa:
€2.000 × 33% = €660 al mese.
Totale per 2 mesi di CIG:
€660 × 2 = €1.320 di contributi figurativi accreditati per i 2 mesi.
Chi non ha diritto ai contributi figurativi?
Sono esclusi dal versamento di tali contributi i collaboratori occasionali, Partite Iva, lavoratori con contratti a progetto.
Pensione e cassa integrazione: il sistema dei contributi figurativi è sostenibile?