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Quanti sono i precari in Italia nel 2024? I dati

Preoccupano gli ultimi dati di Inps e Istat sul precariato. Ad agosto il numero di lavoratori precari sfiorava già quota 3 milioni.

di Tommaso Pietrangelo
20 Ottobre 2024
in Attualità, Lavoro
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Preoccupano, e non poco, gli ultimi dati sul lavoro precario in Italia. Secondo le rilevazioni più recenti fornite dall’Inps e da Istat, il numero dei lavoratori precari nel nostro Paese avrebbe raggiunto (quasi) quota 3 milioni nel mese di agosto 2024. Una crescita netta rispetto all’anno passato, mentre sarebbero in diminuzione le trasformazioni dei contratti da tempo determinato a indeterminato. C’è in sostanza un’emergenza ‘silenziosa’, fatta di scarse prospettive di crescita professionale e grande incertezza dal punto di vista economico, su cui il Governo sembra intenzionato a sorvolare senza battere ciglio. Vediamo tutti i dettagli qui sotto.

Sommario

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  • Crescono i precari in Italia nel 2024
  • I contratti a tempo determinato e gli esoneri contributivi
  • I rapporti in somministrazione e il lavoro occasionale

Crescono i precari in Italia nel 2024

La diffusione del lavoro precario in Italia sta diventando un problema serio. A confermarlo sono le ultime rilevazioni periodiche Istat, aggiornate al mese di agosto 2024, ma anche i dati dell’Osservatorio sul precariato pubblicati a giugno dall’Inps. In Italia, i precari risultano oggi circa 2,8 milioni (2.811.000), mentre a giugno risultavano assunti con un contratto di lavoro a tempo determinato o precario 747.509 lavoratori. E complessivamente, le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati nei primi 6 mesi del 2024 sono state 4.294.000, in notevole flessione (-1,6%) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Ecco in dettaglio gli andamenti del primo semestre 2024:

  • +0,9% contratti a tempo determinato
  • +0,5% contratti stagionali
  • +5,6% tipologie di contratto a chiamata o intermittente
  • -11,2% assunzioni in apprendistato;
  • -5,3% contratti a tempo indeterminato
  • -4,2% contratti in somministrazione

Il quadro che emerge è evidente. Crescono in Italia solamente le tipologie di contratto precario, cioè quelle che costano meno ‘sforzi’ ai datori di lavoro e condannano all’incertezza buona parte della forza lavoro del nostro Paese. Ma i dati negativi non finiscono qui.

I contratti a tempo determinato e gli esoneri contributivi

Un’altra nota dolente riguarda la proliferazione dei contratti a tempo determinato. Nei primi 6 mesi del 2024, le trasformazioni da tempo determinato a indeterminato sono risultate solamente 380.000, in diminuzione del 6% rispetto allo stesso periodo del 2023. E a presentare una variazione negativa (-3%) sono anche le attivazioni di rapporti di lavoro incentivati, che in sostanza significa meno tutele per chi ha la fortuna di firmare un contratto di lavoro stabile.

Inoltre, il Governo incassa un pesante autogol sull’applicazione degli esoneri contributivi, prevista in teoria dal Decreto Coesione convertito in Legge. Gli esoneri totali per i giovani e per le donne sono letteralmente crollati rispetto al 2023: -54% nel primo caso, -18% nel secondo. E si registra una notevole diminuzione anche per quanto riguarda le “altre misure” di agevolazione (-13%). Mentre l’unico dato rincuorante riguarda l’agevolazione “Decontribuzione Sud”, che continua a crescere (+5%) e si rivela una delle poche misure al momento davvero efficaci.


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I rapporti in somministrazione e il lavoro occasionale

Il report Inps sulla situazione dei precari in Italia (datato giugno 2024) contiene anche informazioni interessanti sullo stato dei contratti in somministrazione, distinti per tipologia contrattuale tra rapporti a tempo indeterminato e rapporti a termine (che comprendono sia i contratti a tempo determinato che quelli stagionali). In sostanza, nel corso dei primi 6 mesi del 2024 le assunzioni in somministrazione sono calate su tutta la linea:

  • -16% per le assunzioni a tempo indeterminato
  • -4% per le assunzioni a termine

Ma ancora più sconfortanti sono i dati sui lavoratori impiegati in Italia con Contratti di Prestazione Occasionale (CPO). Nel mese di giugno erano 20.000, cioè il 14% in più rispetto all’anno passato, e inoltre l’importo medio mensile (lordo) della remunerazione effettiva risultava pari a 247 euro. Numeri così negativi, dovrebbero senza alcun dubbio mettere in allarme l’esecutivo. Il precariato si conferma una delle piaghe endemiche del nostro sistema-lavoro. Eppure chi sta al Governo, oggi, non sembra affatto disposto a intervenire per risolvere la questione. Le priorità economiche sono altre, dai ponti sullo Stretto ai bonus natalizi pensati come contentino. Manca, in tutto questo, un’idea credibile di futuro.

Tags: 2024italiaprecari
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