Quanto costa mantenere un figlio? Senza dubbio, la spesa per famiglia è aumentata, e c’è anche un altro dato: il primo figlio costa di più, il secondo meno per via del riutilizzo delle attrezzature, o la condivisione di servizi di babysitting.
Quanto costa mantenere un figlio?
Stessa cosa vale per i settori come abbigliamento, calzature, trasporti: le famiglie con figli spendono molto di più.
Nel caso di famiglie con figli, calano invece le spese del settore ristorazione e culturale.
Il calo demografico
A fronte di tali problemi, si è registrato un calo demografico. Nel 2022 il numero di nascite è sceso a 393.000, con un calo dell’1,7% rispetto all’anno precedente.
Il trend negativo sembra proseguire anche nel 2023, con i primi dati provvisori relativi al periodo gennaio-giugno che indicano un numero di nascite inferiore di circa 3.500 unità rispetto allo stesso periodo del 2022. Il numero medio di figli per donna nel 2022 è sceso a 1,24, leggermente inferiore rispetto al 2021, quando era di 1,25; le stime provvisorie basate sui primi sei mesi del 2023 mostrano un ulteriore calo della fertilità, a 1,22 figli per donna
Nel tentativo di contrastare la tendenza al calo demografico, il Governo ha recentemente approvato una serie di misure per il 2024, con particolare attenzione all’assistenza economica per le famiglie con due o più figli. Nella legge di bilancio attualmente in esame, tre misure sono emerse come strumenti chiave per raggiungere questo obiettivo.
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Le misure del Governo per contrastare il calo demografico
In primo luogo, è stato potenziato il bonus asilo nido.
Questa modifica mira a fornire un ulteriore sostegno finanziario alle famiglie che decidono di ampliare il proprio nucleo familiare.
Inoltre, le madri lavoratrici con almeno due figli sono esentate dal pagamento dei contributi sociali per un anno. Questa disposizione ha un effetto positivo diretto sui salari delle lavoratrici e contribuisce a ridurre l’onere finanziario delle famiglie.
Infine, la riforma fiscale si concentra sull’occupazione, che lo stesso premier Giorgia Meloni definisce una “categoria svantaggiata”, e prevede un credito d’imposta molto elevato per le aziende che assumono dipendenti nel 2024. La maxi-deduzione riguarda anche le madri lavoratrici (con almeno due figli minori), incentivando così la creazione di un ambiente di lavoro più favorevole alla famiglia.