RdC dopo luglio. Reddito sì, reddito no. Reddito o non reddito, questo è il problema. Insomma, proviamo un po’ a sdrammatizzare, ma una cosa è certa: al momento, in merito al Reddito di cittadinanza, regna per molti la confusione. E lo dimostrano anche le osservazioni di alcuni utenti confusi (CAF compresi) che ora si domandano cosa accadrà a luglio e per chi. Come un utente, che ha scritto: “9 CAF su 10 non sanno come si dovrà procedere se non escono le circolari esplicative”, avanzando i suoi dubbi.
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Cerchiamo di spiegare in parole semplici i possibili scenari dopo luglio, in attesa delle circolari ufficiali.
RdC dopo luglio: i possibili scenari
Sono 4 i possibili scenari cui assisteremo dopo luglio. Luglio segna infatti il mese di “svolta”, dato che la Legge di Bilancio 2023 ha infatti fissato in sette mesi il limite dei pagamenti RdC per gli occupabili. Pertanto, questo significa che chi prende RdC da gennaio percepirà la settima mensilità proprio a luglio, momento in cui vengono a scadere i sette mesi. Ovviamente, deve trattarsi di persona occupabile, ovvero di persona di età tra i 18 ed i 59 anni, che non ha all’interno del nucleo famigliare un disabile, un over 60 o un minorenne.
Facciamo degli esempi.
1. Cosa succederà agli occupabili che prendevano RdC dall’anno scorso 2022?
Abbiamo detto che chi prende RdC da gennaio 2023 vedrà scadere i pagamenti proprio a luglio, vista la regola dei sette mesi. Ma attenzione: questo non vuol dire che la regola valga solo per i nuovi percettori. La regola dei sette mesi vale anche per i vecchi percettori RdC. Infatti, fino al 2022 RdC valeva per 18 mensilità, ma sono cambiate le carte in tavola. Come? Facciamo un esempio.
esempio 1: prendo RdC da settembre 2022, per me, quindi, il calcolo delle sette mensilità non viene effettuato sull’anno precedente, ma semplicemente inizia (come per tutti) da gennaio 2023. Per la Legge di Bilancio infatti si potrà percepire RdC nel 2023 solo per sette pagamenti, a prescindere che tu sia nuovo o vecchio percettore. Stessa cosa per chi ha presentato domanda di rinnovo nel 2022: il conteggio viene effettuato da gennaio anche per loro.
esempio 2: ho presentato domanda di rinnovo, da occupabile, a novembre. Anche per me il calcolo verrà effettuato da gennaio. Anche per me luglio è l’ultima mensilità.
2. Cosa succederà ai nuovi percettori RdC 2023?
Anche per i nuovi percettori vale la regola dei sette mesi. Ma in questo caso, tutto dipende da quando hanno iniziato a percepire la prima mensilità.
Ho iniziato a gennaio—–> luglio è l’ultimo mese in cui percepirò RdC
Ho iniziato a febbraio—->agosto è l’ultimo mese in cui percepirò RdC
Ho iniziato a marzo—-> settembre è l’ultimo mese in cui percepirò RdC.
Questo via dicendo, fino alla fine dell’anno: ma c’è un’altra cosa a cui fare attenzione. Chi inizia ipoteticamente a percepire RdC a ottobre 2023, dovrebbe teoricamente compiere i 7 mesi ad aprile 2024. Peccato che RdC verrà abolito a gennaio 2024.
Questo significa quindi che queste persone percepiranno RdC solamente fino a che esisterà ancora, ovvero fino alla sua abolizione, indipendentemente da quanti mesi sono trascorsi (in questo caso, sarebbero appena 3 mensilità). La data ultima per percepire RdC è quindi dicembre 2023.
Fatta chiarezza su quanti non percepiranno più RdC allo scadere delle sette mensilità, vediamo ora invece chi continuerà a riceverlo.
3. Cosa succederà a chi ha firmato un patto di inclusione?
Sono fatti salvi dalla scadenza delle sette mensilità coloro che hanno firmato un Patto di Inclusione. Lo prevede il comma quinto dell’articolo 13, che ha esteso la salvaguardia alla scadenza della settima mensilità per quanti siano stati presi in carico dai servizi sociali e abbiano firmato il Patto di Inclusione poiché non attivabili al lavoro.
Sugli inattivabili al lavoro, però, c’è un ulteriore problema: non vi è certezza sulla loro inclusione, nel 2024, nell‘Assegno di Inclusione, dato che si tratta di categorie di confine, a metà tra gli occupabili (che non prenderanno l’assegno di inclusione) e i non occupabili (che invece prenderanno l’assegno di inclusione).
Proprio in merito agli inattivabili, si attendono ulteriori disposizioni da parte del Governo.
Nota bene: coloro che firmano il Patto di inclusione sono platee diverse da chi firma il Patto per il lavoro. Si tratta infatti di categorie speciali, che sono soggette a bisogni complessi, per i quali è necessaria una valutazione approfondita del nucleo familiare per uscire dalla povertà e garantire loro una vita dignitosa.
4. Famiglie con disabili, over 60 e minori (i non occupabili)
Quanto alla situazione RdC dopo luglio per le famiglie in cui siano presenti disabili, minori ed over 60, e cioè coloro che rientrano nei “non occupabili”, non vi è il limite dei sette mesi.
Queste persone, infatti, continueranno a ricevere RdC per tutto il 2023, e a gennaio potranno percepire l’assegno di inclusione. Questa è l’attuale situazione, almeno per come si presenta in questo momento e in assenza di circolari INPS più specifiche. Vi terremo aggiornati su ulteriori sviluppi.
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