Lo avevamo già annunciato sabato: il Reddito di cittadinanza, che sarebbe dovuto diventare “Mia” (Misura per l’Inclusione Attiva) aveva nuovamente mutato nome, diventando Gil (Garanzia per l’Inclusione Lavorativa).
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Ora, ecco stagliarsi sullo scenario altre due figure: Gal e Pal, declinazione di una riforma ad opera dell’attuale governo, nello specifico della ministra Marina Calderone, volta a mettere fine a un capitolo chiamato Reddito di cittadinanza.
Vediamo ora in cosa consistono nello specifico Gil, Gal e Pal.
Rdc nuovo nome: verso la GIL
Il Reddito attuale potrà durare al massimo per sette mesi, ma comunque verrà entro fine anno rimpiazzato dalle nuove misure. Tuttavia, tale limite non opera per quei percettori che alla scadenza dei sette mesi sono stati presi in carico dai servizi sociali poiché non attivabili al lavoro. Nel caso di nuclei familiari con all’interno persone con disabilità, minorenni o persone con almeno sessant’anni di età, non si applica il limite massimo di sette mensilità, e per loro la fruizione del beneficio rimarrà salda fino al 31 dicembre 2023, quando verrà infine rimpiazzata dalle nuove misure e il Reddito di cittadinanza verrà relegato al passato.
Le nuove misure si chiameranno Pal, Gal e, appunto, Gil: impariamo a conoscerle.
PAL è l’acronimo per Prestazione di accompagnamento al lavoro, ed è rivolta ai beneficiari RdC ritenuti occupabili che al momento della scadenza hanno sottoscritto il patto per il lavoro e sono dunque stati inseriti nelle misure di politica attiva del lavoro.
Fanno parte di tali misure inclusive:
- quelle svolte da agenzie per il lavoro
- corsi di formazione
- progetti utili alla collettività.
PAL consisterà in un beneficio mensile di 350 euro per ciascun richiedente e sarà riconosciuto fino al 31 dicembre 2023.
Rdc nuovo nome: GIL
Quanto al Reddito di cittadinanza vero e proprio, esso cambierà nome in Garanzia per l’Inclusione Lavorativa. La Garanzia scatterà il primo gennaio 2024, e spetterà ai nuclei familiari al cui interno vi sia almeno un componente affetto da disabilità, minorenne, con almeno sessant’anni di età, o con una patologia per la quale viene loro riconosciuto un assegno di invalidità civile (anche temporaneo).
I valori reddituali per rientrare nella GIL sono:
- Isee non superiore a 7200 euro;
- un valore del reddito familiare inferiore ai 6000 euro annui;
- un patrimonio immobiliare (nel cui calcolo non è inclusa la casa di abitazione) che non deve superare i 30.000 euro.
- un valore del patrimonio mobiliare non superiore a una soglia di euro 6.000. Soglia accresciuta di 2.000 euro per componente del nucleo familiare successivo al primo, fino a un massimo di 10.000 euro, ed incrementato di altri 1.000 per ogni minorenne successivo al secondo.
Nella seguente tabella, è possibile osservare un raffronto tra i due sussidi:
La somma corrisposta è di 500 euro al mese, moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza. Viene inoltre corrisposta una integrazione fino a 3.360 euro annui per le famiglie che vivono in affitto.
Leggi qui più nel dettaglio le tempistiche di erogazione ed i relativi rinnovi.
GAL: è la garanzia per l’attivazione lavorativa. Si tratta di una peculiare misura volta ad agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro di quelle persone che sono a rischio di esclusione sociale e lavorativa. Sarà attiva dal 1° gennaio 2024.
Essa è una misura riconosciuta a quelle persone che non rientrano nei parametri della GIL: infatti si rivolge a persone tra i 18 ed i 59 anni che vivono in condizioni di povertà assoluta, con un ISEE non superiore ai 6.000 euro annui.
Per ogni nucleo familiare, può essere riconosciuta ad un massimo di due persone, a patto che non venga superato il limite ISEE. L’importo del sussidio è fissato a 350 euro mensili, viene erogato per 12 mensilità, e non è prevista alcuna possibilità di rinnovo.
Facciamo un veloce riassunto:
Infine, ricordiamo anche che essendo la Gal una misura volta a facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro, il beneficiario deve sottoscrivere un patto di attivazione digitale, a seguito del quale, entro 120 giorni, verrà convocato presso il servizio per il lavoro competente. Inoltre, il beneficiario deve rendere dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, prestando anche il suo impegno in tutte le misure volte alla sua inclusione lavorativa, aderendo a un piano di inclusione personalizzato.