Guida per richiedere la disoccupazione NASpI online

admin

11 Novembre 2025

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Perdere il lavoro è un momento difficile, ma per fortuna esistono strumenti pensati per dare un po’ di respiro. Se ti sei trovato in questa situazione, hai un diritto importante: quello di richiedere l’indennità di disoccupazione NASpI. La procedura non è complicata, ma bisogna fare attenzione a rispettare i requisiti e, soprattutto, le scadenze. Hai infatti 68 giorni di tempo dalla fine del rapporto di lavoro per inviare la domanda all’INPS.

Come funziona la disoccupazione NASpI e chi può richiederla

Una persona seduta a una scrivania compila documenti per la richiesta di disoccupazione NASpI
Guida per richiedere la disoccupazione NASpI online

Prima di correre a compilare moduli, facciamo un passo indietro. Che cos’è esattamente la NASpI? L’acronimo sta per Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego e, come dice il nome, è un’assicurazione, non un sussidio a vita. È un vero e proprio paracadute economico temporaneo, pensato per darti una mano mentre cerchi attivamente una nuova occupazione.

Questo strumento è rivolto a quasi tutti i lavoratori dipendenti, compresi gli apprendisti, i soci lavoratori di cooperative e anche il personale artistico con un contratto subordinato. Ci sono però delle eccezioni: restano fuori i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni e gli operai agricoli, che hanno altre forme di tutela specifiche.

I requisiti fondamentali per accedere

Per avere diritto alla NASpI, devi soddisfare due condizioni chiave. Vediamole insieme, così puoi capire subito se rientri nei parametri.

Il primo, e più ovvio, è lo stato di disoccupazione involontaria. In parole semplici, devi aver perso il lavoro non per tua scelta. I casi più comuni sono:

  • Licenziamento, sia per motivi disciplinari che economici.
  • Scadenza del contratto a termine, quando semplicemente non viene rinnovato.
  • Dimissioni per giusta causa, ad esempio se l’azienda non ti paga lo stipendio o in casi di mobbing.
  • Risoluzione consensuale, ma solo se firmata in una “sede protetta”, come l’Ispettorato del Lavoro.

Se invece ti sei dimesso volontariamente senza una giusta causa, purtroppo non hai diritto all’indennità.


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Un punto importante: accettare la NASpI non è solo una questione di ricevere un assegno. Significa anche impegnarsi a partecipare ai percorsi di orientamento e formazione proposti dai Centri per l’Impiego. È un patto per rimettersi in gioco attivamente nel mondo del lavoro.

Il requisito contributivo

Il secondo pilastro è quello dei contributi. Per accedere alla NASpI devi aver versato almeno 13 settimane di contributi nei quattro anni che precedono la perdita del lavoro. La buona notizia è che non devono essere per forza consecutivi. Se hai lavorato, ad esempio, anche solo per quattro mesi con un contratto part-time, è molto probabile che tu abbia già raggiunto questa soglia.

Per capire l’importanza di strumenti come la NASpI, basta guardare i numeri. Secondo le ultime analisi, nel secondo trimestre del 2025 il tasso di disoccupazione in Italia si è attestato intorno al 6,0%, con una punta preoccupante del 20,6% tra i più giovani.

Una domanda che ci viene posta spesso riguarda la compatibilità con altre attività. Ad esempio, si può prendere la NASpI se si ha una Partita IVA? La risposta è sì, ma con dei paletti ben precisi sul reddito. Per non commettere errori e rischiare di perdere il sussidio, è fondamentale conoscere bene la compatibilità tra NASpI e Partita IVA, i limiti e gli obblighi.

Per fare ancora più chiarezza, abbiamo preparato una tabella che riassume tutto quello che devi sapere.

Tabella riassuntiva dei requisiti NASpI

Questa sintesi ti aiuterà a verificare rapidamente se hai tutte le carte in regola per richiedere l’indennità di disoccupazione.

Requisito Descrizione Dettagliata Esempio Pratico
Stato di disoccupazione Devi aver perso il lavoro per cause non dipendenti dalla tua volontà. Licenziamento, fine di un contratto a termine, dimissioni per giusta causa (es. mancato pagamento dello stipendio).
Requisito contributivo Aver maturato almeno 13 settimane di contribuzione negli ultimi 4 anni. Aver lavorato per 4 mesi, anche non continuativi, negli ultimi quattro anni.
Disponibilità al lavoro Devi presentare la Dichiarazione di Immediata Disponibilità (DID) e partecipare ai percorsi del Centro per l’Impiego. Dopo aver fatto domanda NASpI, vieni contattato dal Centro per l’Impiego per firmare il Patto di Servizio.

Come vedi, i requisiti sono piuttosto chiari. L’importante è verificare la tua posizione contributiva e agire entro i termini previsti.

Come entrare nel portale INPS con SPID o CIE

Il primo passo, prima ancora di compilare la domanda, è superare lo scoglio dell’accesso al portale INPS. Un tempo sembrava un’impresa riservata ai più tecnologici, ma oggi, grazie agli strumenti di identità digitale, è tutto molto più semplice. Niente paura, vediamo insieme come fare.

Per accedere a qualsiasi servizio online della Pubblica Amministrazione, INPS incluso, servono delle credenziali sicure che confermino la tua identità. Le tre chiavi d’accesso principali sono SPID, CIE e CNS. Avere almeno una di queste è il requisito fondamentale per poter richiedere la disoccupazione online in totale autonomia.

Scegliere e utilizzare lo SPID

Lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) è, senza dubbio, il metodo più diffuso e versatile. Immaginalo come una specie di passaporto digitale che, con un’unica coppia di username e password, ti apre le porte di migliaia di servizi, sia pubblici che privati.

Se non hai ancora lo SPID, devi richiederlo a uno dei tanti gestori autorizzati (chiamati Identity Provider). La scelta dipende da te:

  • Poste Italiane: Spesso è la soluzione più gettonata per la sua presenza capillare. Puoi fare il riconoscimento di persona, gratuitamente, in qualsiasi ufficio postale.
  • Aruba, InfoCert, Namirial: Offrono procedure di riconoscimento online, anche via webcam. Sono perfette se hai un po’ di dimestichezza con la tecnologia e vuoi fare tutto da casa.

Una volta attivato, il login è un gioco da ragazzi. Sul sito INPS, clicca su “Accedi” e poi su “Entra con SPID”. Si aprirà una pagina dove dovrai selezionare il tuo provider. A quel punto, inserisci le tue credenziali e, quasi sempre, dovrai confermare l’accesso con un codice temporaneo (OTP) che ricevi via SMS o tramite l’app del gestore.

Accedere con la Carta d’Identità Elettronica (CIE)

Un’ottima alternativa, sempre più comune, è la CIE (Carta d’Identità Elettronica). Se hai la versione più recente della carta d’identità, quella in formato tessera con il microchip, hai già tutto l’occorrente.

Per usare la CIE, hai due strade:

  1. Da smartphone: Scarica l’app ufficiale “CieID” e segui le istruzioni per registrare la tua carta. Quando devi accedere, il sito INPS ti mostrerà un QR code: inquadralo con l’app, avvicina la CIE al retro del telefono (dove c’è il sensore NFC) e il gioco è fatto. Veloce e sicurissimo.
  2. Da computer: Ti servirà un lettore di smart card da collegare via USB e il software CieID installato sul PC. Inserisci la carta nel lettore, digita il PIN e l’accesso sarà immediato.

L’accesso con CIE è considerato uno dei metodi più sicuri. Il motivo? Richiede due cose: il possesso fisico della tua carta e la conoscenza del PIN che ti è stato dato al momento del rilascio. Questo garantisce un livello di protezione dei tuoi dati davvero alto.

L’opzione della Carta Nazionale dei Servizi (CNS)

Infine, c’è la CNS (Carta Nazionale dei Servizi). Di solito è già integrata nella tua Tessera Sanitaria (TS-CNS), quella con il chip dorato. L’utilizzo è molto simile a quello della CIE da computer: serve un lettore di smart card e l’installazione dei software specifici.

Leggi anche  FAQ Naspi: tutte le domande frequenti sul sussidio di disoccupazione

Una volta inserita la tessera e digitato il PIN, potrai entrare nel portale. Sebbene sia un metodo perfettamente funzionante, oggi è meno utilizzato rispetto a SPID e CIE, che offrono procedure più snelle, soprattutto per chi accede da smartphone.

Qualunque sia il metodo che hai scelto, una volta dentro ti troverai nella tua area personale MyINPS. Da qui potrai finalmente cercare il servizio “NASpI: indennità di disoccupazione” e avviare la procedura. Aver superato questo primo step significa essere pronti per compilare la domanda vera e propria.

Compilare la domanda NASpI online senza commettere errori

Una volta superato lo scoglio dell’accesso, si entra nel vivo: la compilazione vera e propria della domanda di disoccupazione. Questa è la fase più delicata, dove un piccolo errore di distrazione può causare ritardi fastidiosi o, nei casi peggiori, il rifiuto della richiesta. Procediamo con calma, analizzando passo passo le sezioni chiave del modulo online per evitare le trappole più comuni.

Il portale INPS è pensato per guidarti, ma alcuni campi richiedono un’attenzione in più. La prima schermata, ad esempio, riepiloga i tuoi dati anagrafici, che trovi già precompilati. Qui il tuo compito è semplice: verificare che sia tutto corretto e proseguire.

Dettagli fondamentali del rapporto di lavoro

La prima sezione in cui devi inserire attivamente delle informazioni è quella sull’ultimo rapporto di lavoro. Qui ti verranno chiesti i dati del datore di lavoro che ti ha licenziato o il cui contratto è semplicemente terminato. Il sistema ti chiederà la partita IVA o il codice fiscale dell’azienda, la data di inizio del rapporto e, soprattutto, la data di cessazione.

Quest’ultima è un dato cruciale. Deve corrispondere all’ultimo giorno effettivo di lavoro, quello riportato nella comunicazione obbligatoria di cessazione (il famoso modello UNILAV) che l’azienda invia ai centri per l’impiego. Se hai un dubbio, controlla l’ultima busta paga o la lettera di licenziamento; sbagliare questa data crea incongruenze che bloccano la pratica.

L’infografica qui sotto riassume le tre modalità di accesso al portale INPS, un passaggio fondamentale prima di poter iniziare a compilare la domanda.

Infografica che mostra i tre metodi di accesso al portale INPS SPID, CIE e CNS
Guida per richiedere la disoccupazione NASpI online

Questo schema dimostra come gli strumenti di identità digitale abbiano reso l’accesso ai servizi pubblici, come la richiesta di disoccupazione, molto più diretto e sicuro per tutti.

La scelta della modalità di pagamento

Uno dei passaggi che crea più ansia è la scelta della modalità di accredito dell’indennità. L’INPS offre diverse opzioni, ma la più comoda e diffusa è senza dubbio l’accredito su conto corrente bancario o postale.

Per questa opzione, tieni a portata di mano il tuo codice IBAN. Ecco i punti a cui devi prestare la massima attenzione:

  • Intestazione del conto: Il conto corrente deve essere intestato o cointestato a te, che sei il richiedente della NASpI. Non puoi assolutamente usare l’IBAN di un parente o di un amico.
  • Correttezza dell’IBAN: Ricontrollalo tre volte se necessario. Un solo carattere sbagliato bloccherà il pagamento, costringendoti a un lungo iter di comunicazioni con l’INPS per sistemare l’errore.
  • Modello SR163: In passato, era obbligatorio far timbrare dalla banca o dalla posta il modello SR163 per certificare che l’IBAN fosse davvero tuo. Oggi, per fortuna, la procedura è stata semplificata e per molte banche la verifica è telematica. Attenzione però: se il sistema lo richiede, dovrai comunque scaricare, compilare e allegare questo modulo.

Se non hai un conto corrente, puoi scegliere il bonifico domiciliato presso un ufficio postale, ma è una soluzione decisamente meno pratica che ti costringe ad andare fisicamente allo sportello ogni mese per ritirare i soldi.

Consiglio pratico: Prima ancora di iniziare la domanda, apri il sito della tua banca in un’altra scheda del browser. Fai un semplice copia-incolla dell’IBAN direttamente nel modulo INPS. Questo piccolo gesto azzera quasi del tutto il rischio di errori di battitura.

Gestire situazioni lavorative particolari

Il modulo prevede anche delle sezioni specifiche per chi ha avuto un percorso lavorativo un po’ più complesso. Ad esempio, ti verrà chiesto se negli ultimi quattro anni hai lavorato all’estero, nel settore agricolo o come collaboratore domestico. Rispondi con la massima precisione, perché queste informazioni sono fondamentali per l’INPS per calcolare correttamente i tuoi contributi e la durata della prestazione.

Un altro campo da non sottovalutare riguarda la richiesta degli Assegni per il Nucleo Familiare (ANF). Se ne hai diritto, puoi farne richiesta direttamente insieme alla domanda di disoccupazione, senza dover avviare una pratica separata. Dovrai compilare una sezione aggiuntiva con i codici fiscali e i dati reddituali di tutti i componenti del tuo nucleo familiare.

Le dichiarazioni di responsabilità e il controllo finale

L’ultima parte della domanda è una serie di “flag” da spuntare che equivalgono a delle dichiarazioni di responsabilità. Qui confermi di essere effettivamente disoccupato, di essere immediatamente disponibile a trovare un nuovo lavoro e ti impegni a comunicare subito all’INPS qualsiasi variazione della tua situazione (ad esempio, se inizi un nuovo lavoro, anche di breve durata).

Prima di cliccare il pulsante “Invia”, c’è un tuo grande alleato: la funzione “Salva in bozza”. Usala. Ti permette di interrompere la compilazione e riprenderla con calma in un secondo momento, senza perdere tutto il lavoro fatto.

Quando pensi di aver finito, fai un ultimo, scrupoloso controllo. Rileggi ogni campo: le date, l’IBAN, i codici fiscali. Questo passaggio è la tua migliore assicurazione contro i ritardi. Evitare gli errori più banali è il primo vero passo per ottenere la NASpI senza intoppi. Per una guida più mirata, ti consigliamo di leggere anche il nostro approfondimento su i tre errori comuni nella domanda NASpI e come evitarli.

Una volta inviata la domanda, il sistema ti rilascerà una ricevuta con un numero di protocollo. Salvala e conservala con cura: è la prova ufficiale della tua richiesta e ti servirà per monitorarne lo stato.

Preparare i documenti giusti per la domanda di disoccupazione

Una persona organizza su una scrivania i documenti necessari per la domanda di disoccupazione
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Superato lo scoglio dell’accesso al portale, è ora di concentrarsi su un passaggio che molti sottovalutano, ma che fa tutta la differenza: la preparazione dei documenti. Avere tutto pronto, scannerizzato e nel formato giusto prima ancora di iniziare è il vero segreto per una procedura senza intoppi. Fidatevi, una domanda incompleta o con allegati sbagliati è una delle cause più comuni di ritardi nell’accredito della NASpI.

Pensare di cavarsela con la sola carta d’identità è un errore classico. La richiesta di disoccupazione, infatti, ha bisogno di una documentazione precisa, che serve all’INPS sia per verificare che tu ne abbia diritto, sia per calcolare l’importo corretto dell’indennità.

I documenti essenziali da avere a portata di mano

Prima di avviare la compilazione online, la mossa vincente è preparare una cartella sul computer con le copie digitali (scansioni o foto ben leggibili) di ciò che serve. Il formato migliore è quasi sempre il PDF, anche se di solito vengono accettati anche JPEG o PNG. L’importante è che i file si leggano bene e non siano troppo pesanti (in genere il limite è di 3-5 MB per file).

Ecco la lista di partenza:

  • Documento d’identità valido: carta d’identità (formato elettronico o cartaceo) o passaporto.
  • Codice fiscale (la Tessera Sanitaria va benissimo).
  • Copia del contratto di lavoro terminato: non è sempre obbligatorio, ma allegarlo aiuta a inquadrare subito la situazione.
  • Ultima busta paga: anche questa non è sempre richiesta, ma è utilissima all’INPS per avere dati retributivi recenti.
  • Lettera di licenziamento o comunicazione di cessazione: questo è un documento chiave, perché dimostra che la perdita del lavoro non è dipesa dalla tua volontà.

L’IBAN e il famoso modello SR163

Un documento che in passato ha creato non pochi grattacapi è il modello SR163, quello per intenderci per la “Richiesta di pagamento delle prestazioni a sostegno del reddito”. In pratica, serve a certificare che l’IBAN che fornisci per l’accredito sia davvero intestato a te.

Per fortuna, oggi le cose sono molto più semplici. Per la maggior parte delle banche, l’INPS verifica l’intestazione dell’IBAN in automatico. A volte, però, il sistema potrebbe ancora chiederti di allegare il modello.

Niente panico se ti viene richiesto il modello SR163. Lo puoi scaricare direttamente durante la procedura, compilarlo e firmarlo. Non serve più il timbro della banca o delle Poste, basta la tua firma per attestare che i dati sono corretti.

Il consiglio pratico? Tieni a portata di mano il tuo codice IBAN e assicurati che il conto sia intestato (o cointestato) a te.

Documenti extra per casi particolari

La situazione cambia un po’ se la tua storia lavorativa è più complessa di un semplice licenziamento. In alcuni casi, infatti, servono delle prove in più per sostenere la domanda.

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L’esempio più comune sono le dimissioni per giusta causa. Se hai lasciato il lavoro per un motivo grave, come il mancato pagamento dello stipendio da parte dell’azienda, devi dimostrarlo. In questo scenario, diventa fondamentale allegare:

  • La lettera di dimissioni dove specifichi chiaramente la giusta causa.
  • Eventuali diffide o comunicazioni inviate all’azienda, magari tramite un avvocato o un sindacato.
  • Prove concrete del problema, come gli estratti conto che mostrano i mancati bonifici.

Ricorda: più la tua documentazione è solida e completa, meno probabilità ci sono che l’INPS ti chieda integrazioni, allungando i tempi di attesa.

Per darti una mano a non dimenticare nulla, ho preparato una checklist riassuntiva. Usala come guida prima di iniziare.

Checklist dei Documenti per la Domanda NASpI

Questa lista di controllo ti assicura di avere tutto pronto prima di iniziare a compilare la domanda di disoccupazione.

Documento/Modulo Scopo Principale Dove Reperirlo/Come Ottenerlo
Documento d’Identità Verificare la tua identità anagrafica. La tua carta d’identità o passaporto valido.
Codice Fiscale Identificarti univocamente nel sistema fiscale e previdenziale. La tua Tessera Sanitaria.
Lettera di Licenziamento Attestare la cessazione involontaria del rapporto di lavoro. Fornita dal tuo ex datore di lavoro.
Modello SR163 Certificare l’intestazione del conto corrente (se richiesto). Scaricabile dal portale INPS durante la domanda.
Prove per giusta causa Dimostrare le ragioni valide delle tue dimissioni. Lettere di diffida, PEC, estratti conto.

Preparare con cura questi documenti è un piccolo investimento di tempo iniziale che ti ripagherà con una pratica molto più veloce e senza intoppi.

Cosa aspettarsi dopo aver inviato la domanda

Hai controllato tutto, allegato i documenti e finalmente cliccato su “Invia”. Ottimo lavoro. Adesso, però, inizia una nuova fase: quella dell’attesa. È del tutto normale chiedersi cosa stia succedendo alla propria pratica “dietro le quinte” del sistema INPS.

Facciamo un po’ di chiarezza su tutto l’iter post-invio, così saprai esattamente cosa aspettarti.

Il primo segnale che tutto è andato a buon fine è la ricevuta di presentazione con il numero di protocollo. Quello è il tuo riferimento ufficiale. Subito dopo l’invio, la tua richiesta non viene lavorata immediatamente, ma entra in un flusso gestito dalla sede INPS di competenza.

Monitorare lo stato della domanda online

Per fortuna, non devi rimanere al buio. Puoi seguire passo dopo passo l’avanzamento della pratica direttamente dal portale INPS. Accedendo alla tua area personale MyINPS (con SPID o CIE, come hai già imparato a fare), cerca la sezione “Le mie domande”. Lì troverai la tua richiesta NASpI e il suo stato.

Le diciture che vedrai non sono sempre intuitive, ma ecco cosa significano nella pratica:

  • Protocollata: La tua domanda è stata ricevuta correttamente dal sistema. È il primo step, puramente informatico.
  • In lavorazione (o “In istruttoria”): Un funzionario INPS ha preso in carico la tua pratica e la sta esaminando. Sta verificando requisiti, documenti e la correttezza dei dati.
  • Accolta (o “Definita”): Congratulazioni, la tua richiesta è stata approvata! A questo punto, l’INPS procederà al calcolo dell’importo e alla disposizione del primo pagamento.
  • Respinta: La domanda non è stata accolta. L’INPS deve obbligatoriamente inviarti una comunicazione scritta con le motivazioni del rifiuto.

Questo processo non è istantaneo. I tempi reali possono variare molto a seconda del carico di lavoro della singola sede territoriale e della complessità della tua situazione lavorativa.

I tempi medi di risposta si attestano solitamente tra i 15 e i 30 giorni dall’invio della domanda. In periodi di picco o in caso di pratiche complesse, l’attesa può allungarsi. La pazienza, in questa fase, è una virtù fondamentale.

Se noti che la tua domanda resta “In lavorazione” per più di un mese senza aggiornamenti, potrebbe essere una buona idea contattare l’INPS tramite il contact center o usare il servizio online “INPS Risponde” per chiedere delucidazioni. Per avere un’idea più precisa delle tempistiche, puoi approfondire leggendo la nostra guida su i tempi di liquidazione della NASpI dall’INPS.

Il primo pagamento e il prospetto di liquidazione

Una volta che la domanda viene “Accolta”, la domanda successiva è: quando arrivano i soldi? Il primo pagamento avviene di solito entro 15-20 giorni dalla data di accoglimento. Non aspettarti che arrivi esattamente il primo del mese; le date di accredito della NASpI variano.

L’importo viene calcolato sulla base della tua retribuzione media degli ultimi quattro anni. Insieme alla comunicazione di accoglimento, riceverai anche il prospetto di liquidazione, un documento importantissimo che ti spiega nel dettaglio:

  • L’importo mensile lordo dell’indennità.
  • La durata totale in giorni della prestazione.
  • La data da cui parte la tua disoccupazione (la “decorrenza”).
  • Il calendario dei pagamenti previsti.

Leggilo con attenzione, perché ti dà un quadro completo di quello che riceverai nei mesi a venire.

Gli obblighi da rispettare per non perdere l’indennità

Ottenere la NASpI non è solo un diritto, comporta anche dei doveri. La richiesta di disoccupazione, infatti, equivale alla Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro (DID). Questo significa che ti impegni attivamente a cercare una nuova occupazione.

Entro 15 giorni dalla presentazione della domanda, sei tenuto a contattare il Centro per l’Impiego (CPI) della tua zona per stipulare il Patto di Servizio Personalizzato. Si tratta di un accordo in cui definisci, insieme a un operatore, le azioni che intraprenderai per reinserirti nel mondo del lavoro (corsi di formazione, ricerca attiva, ecc.).

Attenzione: mancare a questi appuntamenti o non rispettare gli impegni presi può portare a sanzioni, fino alla perdita totale dell’indennità.

Qualche domanda sulla disoccupazione? Facciamo chiarezza

A questo punto, la procedura per richiedere la disoccupazione online dovrebbe essere più chiara. Ma è normale avere ancora qualche dubbio, soprattutto quando si presentano situazioni particolari.

Vediamo insieme le domande più comuni che ci vengono poste sulla NASpI, con risposte semplici e dirette per non lasciare nulla al caso.

Ho dato le dimissioni, posso prendere la disoccupazione?

Questa è forse la domanda che riceviamo più spesso. La regola di base è molto semplice: la NASpI spetta solo a chi perde il lavoro per cause indipendenti dalla propria volontà. Se ti sei licenziato di tua iniziativa, quindi, in linea di massima non hai diritto a nulla.

Ci sono però delle eccezioni importanti, ed è bene conoscerle. La più conosciuta riguarda le dimissioni per giusta causa. Se sei stato costretto a lasciare il tuo posto a causa di un comportamento scorretto e grave da parte del datore di lavoro, il tuo diritto alla disoccupazione è salvo.

Ma cosa si intende per “giusta causa”? Ecco qualche esempio concreto:

  • Mancato o ritardato pagamento dello stipendio.
  • Comportamenti di mobbing o molestie sul luogo di lavoro.
  • Modifiche peggiorative delle tue mansioni senza un motivo valido.
  • Trasferimento in un’altra sede senza che ci siano reali ragioni tecniche, organizzative o produttive.

Un’altra eccezione fondamentale riguarda le lavoratrici madri: se ti dimetti durante il periodo protetto (che va dall’inizio della gravidanza fino al primo anno di vita del bambino), hai sempre diritto alla NASpI.

E se trovo un nuovo lavoro mentre prendo la NASpI?

Ottima notizia! Ma cosa succede al sussidio? La risposta dipende dal tipo di contratto e da quanto guadagnerai. In ogni caso, la prima cosa da fare, assolutamente, è comunicarlo subito all’INPS.

Per farlo devi usare il modello NASpI-Com, da inviare online entro cinque giorni dall’inizio del nuovo lavoro, specificando il reddito annuo che prevedi di percepire.

Le conseguenze cambiano a seconda del contratto:

  • Contratto a tempo indeterminato: la NASpI viene interrotta, perché non sei più considerato disoccupato.
  • Contratto a tempo determinato (fino a 6 mesi): l’indennità viene solo sospesa. Una volta terminato il contratto, riprenderà in automatico.
  • Contratto a tempo determinato (superiore a 6 mesi): la NASpI decade, proprio come se avessi firmato un contratto a tempo indeterminato.

Tieni presente che puoi conservare un’indennità ridotta se il tuo nuovo stipendio non supera gli 8.500 euro all’anno.

Attenzione a non dimenticare il NASpI-Com! Se l’INPS scopre che stai lavorando senza averlo dichiarato, non solo perdi il diritto all’indennità, ma dovrai anche restituire tutte le somme che hai ricevuto senza averne diritto. È un errore che può costare caro.

Posso avere la NASpI se ho la Partita IVA?

, è assolutamente possibile ricevere la NASpI anche se hai una Partita IVA o fai qualche lavoro autonomo occasionale. Anche qui, però, ci sono delle regole precise da seguire e la comunicazione all’INPS resta un passaggio cruciale.

Il paletto principale è il reddito: per continuare a ricevere la disoccupazione, il guadagno che ti deriva dall’attività autonoma non deve superare i 5.500 euro all’anno.

Se apri la Partita IVA mentre stai già prendendo la NASpI, devi inviare il modello NASpI-Com entro 30 giorni dall’inizio dell’attività, dichiarando il tuo reddito presunto. A quel punto l’INPS ricalcolerà la tua indennità, riducendola dell’80% del reddito che hai previsto di incassare.

Esiste anche un’altra opzione: puoi chiedere la liquidazione di tutta la NASpI che ti spetta in un’unica soluzione (la cosiddetta “NASpI anticipata”) per finanziare l’avvio di una tua attività. Occhio, però: se vieni assunto come dipendente prima che sia trascorso il periodo in cui avresti percepito la NASpI mensilmente, dovrai restituire l’intera somma.


Districarsi tra le pratiche INPS può sembrare un’impresa. Se cerchi un aiuto concreto per evitare errori e assicurarti di ottenere quello che ti spetta, Bonusepagamenti.it è al tuo fianco. Un nostro consulente ti seguirà in ogni passaggio, offrendoti un supporto qualificato per la tua domanda di disoccupazione e per ogni altra esigenza fiscale. Scopri sul nostro sito come possiamo semplificarti la vita: https://bonusepagamenti.it.