La riforma RdC è in arrivo, e con lei anche MIA, o meglio, si fa per dire. Già. Perché se fino a qualche settimana fa la riforma sembrava essere a pochi metri da noi, con una bozza del provvedimento completa di ogni dettaglio sul funzionamento della nuova Misura di Inclusione attiva, ora le cose sembrano aver fatto un passo indietro.
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La riforma si è come arenata, e dal governo ora fanno sapere che la bozza precedente è già stata addirittura superata. La cosa che sconcerta di più, però, è che ora non si conoscono ulteriori dettagli circa le modifiche, nè tanto meno se per gli occupabili, che nella prima bozza palesemente ricevevano un trattamento più sfavorevole, continueranno a essere sottoposti al medesimo trattamento.
Ed è proprio in questo caos totale che la ministra del Lavoro, Marina Calderone, a margine della presentazione dell’indagine ad opera di Save The Children sul lavoro minorile, è intervenuta per fare un minimo di chiarezza e sciogliere alcuni dei nodi.
Riforma RdC: tutto pronto, il governo non si è fermato
In questo periodo che sembra essere di stallo, Calderone ha voluto precisare che il governo non si è fermato ma che anzi ha continuato a lavorare sulla riforma, procedendo a modificare alcuni aspetti della prima bozza.
Ha puntualizzato la ministra che sono già “a buon punto” aggiungendo anche: “credo che presto ci saranno notizie a riguardo”.
Riforma RdC: Calderone spiega le motivazioni dietro le decisioni del governo
La decisione del governo di rimpiazzare il Reddito di cittadinanza con MIA nasce dalla necessità di individuare i “furbetti del reddito” che pur essendo occupabili, preferiscono appoggiarsi su un sussidio a carico dello stato che garantisca loro un sostegno economico liberandoli dalla necessità di dover lavorare per far fronte ai loro bisogni.
Queste sono le persone che il Governo intende colpire, non già chi ha effettiva necessità di un sostegno economico. Così, con la Legge di bilancio 2023, sono stati individuati due “rimedi”, che consistono proprio nell’erogazione di un nuovo sussidio, (la MIA appunto) che garantisca da un lato un supporto anche agli occupabili in cerca di lavoro, e dall’altro un aiuto alle “famiglie con soggetti fragili che hanno necessità di un accompagnamento fatto con misure di inclusione sociale”.
Gli occupabili con figli a carico, comunque, almeno per quest’anno, verranno esclusi dalla stretta. Questo perché, spiega Calderone, per adesso per il governo Meloni sono “prioritari tutti gli interventi per quei nuclei familiari che hanno all’interno dei minori su cui dispieghiamo tutte le nostre energie e azioni perché i genitori non rimangano soli”. Insomma, è dunque assodato che i nuclei con figli verranno maggiormente tutelati, almeno per il momento.
E che dire del futuro?
Riforma RdC: che cosa accadrà in futuro?
Insomma, anche la Misura d’inclusione, proprio come il Reddito di cittadinanza, prevede una politica attiva cui dovranno prendere parte attiva i fruitori stessi del sussidio.
Ci si augura anche che, questa volta, il sussidio possa davvero andare a chi ne ha bisogno e che la ristrutturazione del vecchio Reddito di Cittadinanza e la conseguente trasformazione in MIA potranno finalmente dare i risultati sperati, così da assolvere davvero alla reale funzione sussidio per chi si trova realmente in difficoltà economica.