Il mondo della scuola è scosso da uno scandalo supplenze senza precedenti. Dietro le nomine dei docenti si cela un sistema opaco, dove titoli non validi e punteggi gonfiati falsano le graduatorie. A Roma, quest’anno, su circa 100mila domande presentate per le Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS), ben 20mila titoli sono risultati irregolari. Questo equivale al 20% delle richieste, una percentuale allarmante che mette in discussione l’efficacia dei controlli.
Come funziona il sistema delle supplenze?
Il meccanismo alla base delle nomine dei supplenti si basa su graduatorie stilate sulla base di punteggi attribuiti automaticamente da un algoritmo. Questi punteggi derivano dall’insieme di titoli dichiarati (laurea, certificazioni, corsi di formazione, ecc.) e dall’esperienza accumulata. Una volta generato il punteggio, il controllo manuale delle richieste è affidato agli Uffici scolastici regionali (USR) e ai dirigenti scolastici. Tuttavia, come dimostrano i recenti dati, questo sistema presenta falle significative.
Quali titoli sono stati dichiarati non validi?
Come riportato da Il Messaggero, una delle problematiche più gravi emerse da questo scandalo supplenze riguarda i corsi Clil (Content and Language Integrated Learning), che dovrebbero essere rilasciati esclusivamente dalle Università riconosciute. Tuttavia, molti aspiranti docenti hanno presentato certificati ottenuti da enti non accreditati, con il solo scopo di incrementare il proprio punteggio nelle graduatorie. A giugno, il Ministero dell’Università e della Ricerca ha chiarito con una nota che questi titoli non sono validi, scatenando un’ondata di esclusioni dalle graduatorie GPS.
Non solo Clil: gli altri inganni alla base dello scandalo supplenze
Ma il problema dei titoli fasulli non si limita ai corsi Clil. Altri fattori che hanno portato a punteggi non veritieri includono:
- anni di servizio non validi, dichiarati prima della laurea;
- titoli esteri non riconosciuti, per i quali è previsto un iter specifico di convalida;
- specializzazioni sul sostegno non conformi;
- servizio civile universitario erroneamente conteggiato come esperienza lavorativa.
Questi espedienti sono riusciti, in molti casi, a trarre in inganno l’algoritmo che calcola automaticamente i punteggi, rendendo necessari controlli manuali approfonditi.
La procedura di controllo: come si cerca di porre rimedio?
La procedura di verifica dei titoli e dei punteggi inizia subito dopo la chiusura delle candidature, che per il biennio 2024-2026 è avvenuta il 10 giugno 2024. Da quel momento, gli uffici territoriali e le scuole-polo hanno avviato una revisione accurata dei punteggi attribuiti. Una volta concluso il primo controllo, la parola passa ai dirigenti scolastici, che devono verificare i titoli di accesso accademici e professionali dei docenti assegnati, affidando a loro il compito di porre fine allo scandalo supplenze. In caso di anomalie o dichiarazioni mendaci, il supplente può essere escluso dalle graduatorie o il suo punteggio ricalcolato.
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Quali sono le conseguenze dello scandalo supplenze?
Lo scandalo delle supplenze scolastiche rischia di minare la fiducia nel sistema di reclutamento dei docenti, già sotto pressione a causa della carenza di personale qualificato. L’USR Lazio ha cercato di accelerare le verifiche, riuscendo a concludere in tempo utile l’assegnazione delle cattedre per l’inizio dell’anno scolastico. Tuttavia, resta l’incognita delle rinunce: circa il 10% delle cattedre assegnate a Roma è stato rifiutato dai docenti, costringendo a riassegnazioni che rallentano ulteriormente il processo.
Cosa si può fare per risolvere la situazione?
La strada verso una gestione più trasparente e affidabile delle graduatorie passa inevitabilmente per un rafforzamento dei controlli e una maggiore collaborazione tra le istituzioni scolastiche e il Ministero. È fondamentale che i titoli non riconosciuti vengano individuati tempestivamente e che i criteri di valutazione siano chiaramente definiti. Solo così sarà possibile garantire un sistema di supplenze equo e meritocratico, in cui ogni docente venga giudicato esclusivamente in base alle proprie competenze reali e non attraverso sotterfugi.