Sciopero 8 novembre, un blocco di 24 ore del trasporto pubblico locale senza le consuete fasce di garanzia. Autobus, tram e metropolitane saranno fermi in tutta Italia, poiché i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna hanno scelto di non garantire i servizi minimi nelle ore di punta (8:45-15 e 18). Una decisione eccezionale che vuole evidenziare la crisi del settore, ritenuta ormai insostenibile dai sindacati, con conseguenze sulla mobilità delle principali città italiane.
Sciopero 8 novembre, quali sono le motivazioni?
Il comunicato rilasciato dai sindacati spiega che questo sciopero, oltre alla questione contrattuale, vuole sottolineare la situazione di crisi profonda del trasporto pubblico in Italia, evidenziando come l’assenza di risorse e la mancanza di un’efficace politica di programmazione stiano rendendo insostenibile il sistema. Questo scenario non colpisce soltanto le zone a bassa densità di popolazione, ma si sta ormai estendendo anche ai grandi centri urbani, mettendo a rischio la qualità della mobilità collettiva nel Paese.
Niente fasce di garanzia: una scelta senza precedenti
Uno degli aspetti più critici dello sciopero 8 novembre è la mancanza delle fasce di garanzia. A differenza degli scioperi precedenti, non saranno previsti quei consueti orari in cui il servizio è garantito per ridurre i disagi all’utenza nelle ore di punta (normalmente dalle 8:45 alle 15 e dalle 18 in poi). La legge 146/90 sul diritto allo sciopero consente l’abolizione delle fasce di garanzia una sola volta per vertenza: i sindacati hanno scelto di utilizzare questa possibilità per sottolineare il livello di urgenza della crisi e per far sentire la propria voce su scala nazionale.
La manifestazione a Roma: lavoratori in piazza davanti al Ministero dei Trasporti
Parallelamente allo sciopero, CGIL annuncia anche una manifestazione a Roma che avrà luogo la mattina dell’8 novembre di fronte al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. I rappresentanti sindacali auspicano di aprire un dialogo con le istituzioni, non solo in merito al rinnovo del contratto, ma anche sullo stato di salute generale del trasporto pubblico locale. La manifestazione intende, infatti, puntare l’attenzione sulle difficili condizioni in cui i lavoratori sono costretti a operare ogni giorno, aggravate dall’aumento degli episodi di aggressione e dalle continue carenze di personale.
Crisi e mobilità: un futuro a rischio
Il quadro delineato dai sindacati è allarmante. Oltre a quanto evidenziato durante lo sciopero scuola del 31 ottobre, le difficoltà del settore trasporti non si limitano alle condizioni lavorative, ma hanno un impatto diretto sulla qualità della vita dei cittadini. L’Italia, uno dei Paesi con il maggior numero di veicoli privati in Europa, dovrebbe potenziare il trasporto pubblico come soluzione alla crisi ambientale e all’inquinamento urbano. Tuttavia, la carenza di investimenti e la mancanza di un piano strategico impediscono un adeguato sviluppo di una rete di trasporto pubblico efficiente e accessibile a tutti.
Questo sciopero, e in particolare la scelta di non garantire fasce orarie, rappresenta un segnale di allarme che richiama l’attenzione non solo delle istituzioni ma anche dei cittadini. La sfida dei sindacati è far capire come un trasporto pubblico efficiente sia un diritto fondamentale per tutti e come questo debba essere visto come una priorità nazionale.
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