Oggi per la rubrica Sfruttamento del Lavoro vi raccontiamo la storia di Andrea (ndr nome di fantasia), 53enne single, una vita fatta di duri lavori notturni, spesso senza nemmeno le dovute garanzie per lavoro pericoloso, quali ad esempio una indennità. Ecco la sua lettera.
“Lavoro faticoso e con contratti di 1 solo mese”
“Ho ricominciato a prendere il rdc a inizio anno 2022: premetto che ho 53 anni e ho sempre lavorato maggiormente nel campo edile, poi a ottobre un azienda mi chiama offrendomi un lavoro in autostrada. Non fatevi illudere, è tutto lavoro duro dalle 20.00 fino alle prime luci dell’alba 06.00 circa, 6 giorni a settimana (dal lunedì al sabato). Tutte le notti passate a lavorare in gallerie”
Andrea parla di un lavoro oltremodo faticoso, che viene svolto in un clima di poche certezze: “Questo lavoro faticoso è nato già tra le prime incertezze, al colloquio mi avevano detto che si sarebbe trasformato in un indeterminato dopo la prova. Invece, ho solo avuto contratti rinnovati di mese in mese”.
Sfruttamento del lavoro: la paga bassa e nessuna indennità
Come se non bastasse, anche la paga è bassa, se commisurata alle ore di lavoro ed alla sua pesantezza e pericolosità: “si parla di 1200/1280 al mese, senza nessuna indennità riconosciuta, che che sarebbe dovuta dato il tipo di lavoro notturno, logorante e faticoso”, dice Andrea.
Ma non finisce qui: la sorpresa arriva quando nella busta paga Andrea si rende conto che “il mio contratto era in pratica tutto tranne il lavoro che svolgevo , cioè un contratto di servizi generali. Un pratica un fantastico paravento perché ha una paga oraria di 6,80 lorde (sì, lorde) e questo perché in Italia si permettono queste porcate (contratto Multiservizi)”.
Leggi anche: “Sfruttamento del lavoro: ‘Facciamo l’elemosina, altro che divanisti!'”
Scarica la nostra app e risparmia con i bonus attivi in Italia:
Punta il dito sulle istituzioni, Andrea e dà la colpa ai sindacati “compiacenti” che anziché essere dalla parte dei lavoratori, preferiscono dare un colpo al cerchio e uno alla botte, facendo al contempo anche l’interesse dei datori di lavoro.
Quando Andrea ha chiesto delle garanzie, quando ha chiesto di ricevere quanto meno il salario minimo chiedendo chiarimenti per le paghe così basse, la risposta è stata “o così, o te ne vai”.
Certamente, l’Italia è un Paese in cui si fa un passo avanti e poi se ne fanno tre indietro. In tutto ciò, sfortunatamente per Andrea, il suo contratto a giugno non è staro rinnovato, senza nemmeno un motivo. Li avevano illusi che dopo la “pausa” di agosto li avrebbero richiamati, ma così non è stato, e ora Andrea si ritrova “senza casa e reddito”
“Per me questa è solo sopravvivenza, a 53 anni. 350 euro di Supporto per la formazione non garantiscono la dignità, la gente deve poter vivere. Invece ci chiamano DIVANISTI. E’ tutto il sistema che deve cambiare.
Io spero e mi auguro ci sia una presa di coscienza dal basso che cambi le cose. Un padre di famiglia, anche se separato deve comunque poter mantenere i propri figli ma con 350 euro come si fa?”