Avevamo già segnalato gli aumenti in arrivo ad aprile per gli statali, ma ora la notizia cambia tono. Il tanto atteso versamento degli arretrati del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per le Funzioni Centrali, effettuato il 24 marzo 2024, si trasforma per molti in un boomerang economico. Chi è andato in pensione fino a ottobre 2024 rischia di dover restituire cifre importanti.
Cosa è successo con gli arretrati NoiPA?
Gli arretrati erogati da NoiPA riguardano l’aggiornamento del contratto firmato definitivamente a gennaio 2024. Tuttavia, una parte di questi importi era stata anticipata già nel dicembre 2023 tramite il cosiddetto Decreto Anticipi. Queste somme erano state considerate come un anticipo degli aumenti previsti dal rinnovo contrattuale.
Con la definizione ufficiale dei nuovi importi, è emersa una discrepanza: gli statali in pensione prima della piena applicazione del contratto si sono trovati con somme ricevute in eccesso rispetto a quanto spettava loro realmente. E ora il Tesoro chiede il conto.
Chi deve restituire e quanto?
I più penalizzati sono coloro che sono andati in pensione tra gennaio e ottobre 2024. In pratica, hanno ricevuto un intero anno di aumenti in anticipo, ma il contratto è stato ufficializzato solo nel 2024, e quindi non ne avevano diritto pieno.
Per esempio:
- un funzionario di fascia 7 andato in pensione a gennaio 2024 dovrà restituire 1.416,08 euro;
- un assistente di fascia 3 in pensione nello stesso mese dovrà rimborsare 1.013,41 euro;
- anche gli operatori, seppur con cifre inferiori, non sono esenti dal rimborso.
Come avverrà il recupero delle somme?
Secondo fonti istituzionali, i rimborsi saranno richiesti tramite lettere individuali, che verranno recapitate nei prossimi giorni. Si tratterà probabilmente di trattenute sulla pensione oppure di pagamenti diretti, a seconda della posizione personale.
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Le modalità precise verranno spiegate nelle comunicazioni personalizzate inviate agli ex dipendenti pubblici. In ogni caso, si annuncia una stagione di forti malumori, soprattutto perché molti non erano stati informati adeguatamente di questo rischio.
Perché è nata questa discrepanza?
Il problema nasce da una gestione frettolosa degli anticipi contrattuali: nel tentativo di dare un segnale ai dipendenti pubblici, il Governo ha stanziato in anticipo somme non ancora confermate dai rinnovi ufficiali. Il risultato? Un errore tecnico che si traduce ora in una richiesta di rimborso per migliaia di lavoratori già in quiescenza.
Cosa fare se si riceve la richiesta di rimborso?
Chi riceverà la lettera da parte di NoiPA può:
- verificare la correttezza della cifra richiesta;
- rivolgersi a un CAF o a un sindacato per ricevere assistenza;
- richiedere eventualmente una rateizzazione del debito, se previsto.
In ogni caso, è consigliabile non ignorare la comunicazione, per evitare sanzioni o interessi aggiuntivi.