Storie ADI: protagonista della storia di oggi è Elena, 38 anni, insegnante precaria e madre single di un bambino di 7 anni, che ha vissuto sulla propria pelle le difficoltà e le incertezze legate all’ottenimento dell’Assegno di Inclusione (ADI). La sua storia, che parla di una sospensione improvvisa di ADI (mai riattivata), ci ricorda l’amarezza di un sistema complesso e imperfetto, che a volte lascia indietro proprio i più fragili. Ecco tutti i dettagli della vicenda e come è andata a finire per Elena.
Storie ADI, l’amara sorpresa per Elena
Elena (nome di fantasia) vive a Bari e da tempo fatica a far quadrare i conti. Dopo la fine di un contratto a termine e con un bambino piccolo da crescere da sola, ha sentito parlare dell’ADI da una collega e ha deciso di provare a fare domanda a dicembre 2024, rivolgendosi a un CAF locale. “Pensavo fosse una possibilità concreta per tirare un sospiro di sollievo”, racconta.
Il primo accredito: una speranza passeggera
A gennaio 2025, la domanda di Elena è stata accolta, e a febbraio è arrivato il primo pagamento, poco più di 600 euro. “Quel primo accredito è stato un grande aiuto, anche se sapevo che non sarebbe bastato a risolvere tutto”, prosegue. Finalmente, Elena poteva comprare qualcosa in più per suo figlio, e pagare qualche bolletta arretrata che si era accumulata nel tempo.La sospensione improvvisa e il caos burocratico
A marzo, però, il pagamento dell’ADI non è arrivato. Controllando il portale INPS, Elena ha scoperto che la sua domanda risultava sospesa per mancata convocazione presso i servizi sociali. Un passaggio fondamentale che era stato comunicato con scarso preavviso, e che Elena – oberata da impegni scolastici e familiari – non era riuscita a rispettare. “Tra mille obblighi”, ha spiegato la percettrice, “ho perso il filo e l’aiuto è svanito”. Insomma, non era arrivata nessuna comunicazione chiara o promemoria da parte dell’amministrazione: solo una scritta impersonale sul portale. E questo, purtroppo, ha fatto tutta la differenza del mondo.
Un mese di corse contro il tempo
Ad aprile, Elena si quindi è recata personalmente presso i servizi sociali per spiegare l’accaduto e recuperare l’appuntamento perso. “Mi hanno detto che dovevo aspettare una nuova convocazione, ma intanto non sapevo come pagare l’affitto o fare la spesa”, racconta. L’ansia cresceva ogni giorno, mentre il silenzio dai ‘piani alti’ rendeva tutto più ancora difficile.
Il doppio accredito mai arrivato
A maggio, Elena sperava in una riattivazione rapida e nel tanto atteso doppio accredito. Ma né la nuova convocazione né i pagamenti sono arrivati. Le comunicazioni dall’INPS sono state vaghe, e il CAF stesso sembrava brancolare nel buio. “È stato come essere dimenticata. Ho fatto tutto il possibile, ma il sistema non mi ha dato una seconda chance”, commenta.
Scarica la nostra app e risparmia con i bonus attivi in Italia:
Un finale ancora in sospeso
Oggi, Elena vive ancora nell’incertezza. Senza l’ADI, gli ostacoli si sono moltiplicati: bollette non pagate, difficoltà a garantire un pasto caldo ogni giorno, e la preoccupazione costante per il futuro di suo figlio. “Non so se riuscirò mai a uscire da questa situazione. L’ADI avrebbe potuto essere una rete di salvataggio, ma per me è stata solo un’altra attesa infinita”, conclude con tristezza e una punta di rabbia Elena. E non ha davvero tutti i torti.