Per la nostra rubrica Storie RdC, oggi ci facciamo portavoce della storia della signora Paola, 58enne separata con due figli ormai adulti che vivono per conto proprio.
Paola ha tanti problemi di salute, ma primo tra tutti la fibromialgia, una malattia ad oggi ancora troppo poco nota ma estremamente invalidane, per la quale una vera cura non c’è, ma che la relega nel limbo delle malattie “invisibili” perché ancora oggi chi è affetto da tale patologia non è considerato invalido.
Questa è la sua storia.
Storie RdC, Paola e la fibromialgia: una ingiusta compagna di vita
“Dopo la separazione mi sono rimboccata le maniche facendo vari lavori in nero pulizie, assistenza anziani, giardinaggio. Poi con la pandemia il lavoro è scarseggiato, e meno male che c’era il reddito ad aiutarmi!! Ma dopo, sono iniziati I problemi di salute: problemi ai reni, asma allergica ,tiroide di Hashimoto e infine la fibromialgia malattia invalidante che non viene riconosciuta”.
Insomma, un bel carico sulle spalle, quello di Paola, ma al danno si aggiunge la beffa: “A luglio ho avuto l’ultima ricarica del reddito e adesso per lo Stato sono un soggetto che può lavorare”.
E se si parla di lavorare, Paola, come lei stessa dice, l’ha sempre fatto, ma ora: “un po’ per l’età, non riesco a trovare nulla. Poi, alcuni giorni dai forti dolori non riesco neanche a tirarmi su dal letto “.
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Paola può contare solo sull’aiuto dei suoi figli: “Mi aiutano, ma anche loro lavorano saltuariamente, a chi devo chiedere aiuto? Qui si parla di gesti folli, ma a noi (e parlo al plurale perché siamo tantissimi) chi ci aiuta? Chi si ricorda che anche noi dobbiamo mangiare e pagare l’affitto?”
Conclude così la sua lettera Paola. Una domanda più che legittima che però all’interno del nostro contesto politico non trova risposte: persone che, seppur con malattie invalidanti, non sono ritenute invalide ma abili al lavoro, mentre molto spesso i casi di “furbetti” e finti invalidi sono all’ordine del giorno e solo di tanto in tanto vengono smascherati.
Questo il grande controsenso della situazione nel nostro Bel Paese.
Ma conosciamo ora più da vicino la fibromialgia.
Fibromialgia: una malattia ancora ritenuta una “non-malattia”
Da molto tempo la fibromialgia aspetta di entrare a pieno titolo tra le malattie invalidanti. Ma proprio per la sua relativamente recente scoperta da parte della medicina, e per il quadro clinico molto eterogeneo, spesso non viene riconosciuta come una malattia invalidante. La conseguenza è che chi ne è affetto, rischia spesso e volentieri di non poter essere riconosciuto come invalido.
Sono circa due milioni le persone affette da fibromialgia (FM) in Italia, e 500mila accusano un quadro estremamente severo. Proprio per questo, la Società Italiana di Reumatologia ha chiesto che venga al più presto inserita nel quadro delle malattia invalidanti. Per questo, i pazienti affetti da fibromialgia sono spesso chiamati i “pazienti invisibili”.
La fibromialgia presenta diversi gradi di severità, si va da patologie lievi, che non impattano sulla qualità di vita del paziente affetto in maniera abnorme; a patologie molto gravi, che costringono il paziente a letto per lunghi periodi di tempo, tra dolori cronici e impossibilità di muoversi.
Proprio per questo, è necessario al più presto un intervento per garantire a queste persone una vita dignitosa e il riconoscimento dell’invalidità nei casi di malattia grave.
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