Storie SFL, la storia di Luca, laureato in ingegneria ma senza lavoro stabile. Contava su SFL, che però si è rivelato una delusione.
Storie SFL: “Sognavo un futuro semplice”
“Mi chiamo Luca, ho 29 anni e una laurea in ingegneria. Quando mi sono iscritto all’università, immaginavo che una laurea mi avrebbe garantito stabilità e un buon lavoro. Sognavo un futuro semplice: una casa, una famiglia, e magari anche un po’ di tempo libero per viaggiare. Oggi, a quasi trent’anni, quei sogni sembrano lontani anni luce”. Inizia così la lettera di Luca (ndr, nome di fantasia).
“Dopo la laurea ho iniziato a lavorare come stagista in una grande azienda. Lo stage era malpagato, ma mi dicevo che era solo il primo passo verso qualcosa di meglio. Quello che non sapevo è che quella precarietà sarebbe diventata il filo conduttore della mia vita lavorativa”.
“Precario da sempre”
Luca è precario da sempre: “Dopo lo stage, ho avuto una serie di contratti a tempo determinato, tutti in aziende diverse. Ogni volta era la stessa storia: non potevano offrirmi un contratto stabile. Mi spostavo di città in città, vivevo in stanze in affitto. Negli ultimi tre anni, ho cambiato quattro lavori. Ogni cambio significava ricominciare da zero: nuovi colleghi, nuove mansioni, nuove ansie. Intanto, il costo della vita aumentava e io mi ritrovavo a fare i conti con bollette sempre più alte!”
Così Luca cerca di trovare uno spiraglio in SFL: “Il fatto che offrisse formazione ed era stato presentato come strumento risolutivo alla precarietà mi aveva fatto ben sperare. Credevo finalmente di aver trovato la giusta via”. Ma purtroppo Luca ha dovuto ricredersi.
SFL? Un fallimento
Le proposte pervenute a Luca sono state assenti, i corsi di formazione mai iniziati, o lontani a km e km da casa. “Ora SFL sta per scadere, e io mi ritrovo a mani vuote, ancora una volta. In un anno di SFL, mi hanno proposto un solo corso, che non è mai iniziato perché il numero non è mai stato raggiunto. Gli altri corsi erano così distanti da casa che SFL mi sarebbe bastato a mala pena per la benzina. Ma che senso ha?”
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Luca aveva anche provato a chiedere un mutuo: “L’anno scorso, stanco di questa situazione, ho provato a chiedere un mutuo per comprare una casa. Il sogno di una casa tutta mia è sempre stato un faro nei momenti difficili. Ma in banca mi hanno detto che senza un contratto a tempo indeterminato non c’era speranza. Mi sono sentito umiliato e arrabbiato. Possibile che dopo anni di studio e lavoro non fossi ancora considerato una persona affidabile?”
Una realtà condivisa
A ferire Luca ancora di più è il fatto che sono in tanti nella sua stessa situazione: “La cosa che mi fa più rabbia è vedere come questa situazione non sia un caso isolato. Parlando con amici e colleghi, mi sono reso conto che tanti sono nella mia stessa situazione. Giovani formati, competenti, costretti a vivere come se fossero sempre in transizione, senza mai poter mettere radici”
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