Storie SFL. La storia di Maria, vittima di violenza domestica, abbandonata dallo Stato e dalle istituzioni. Le realtà come quella di Maria sono tante, forse troppe e nonostante ciò, spesso le donne sono lasciate in solitudine a vivere situazioni da incubo. Questa è la storia di Maria.
Storie SFL: la mia vita, tra un uomo che mi picchiava e dolori lancinanti
Maria racconta: “Sono una ex segretaria di 58 anni, e per anni ho subìto violenze da mio marito, che mi picchiava e violentava, spesso anche davanti ai miei figli, che ancora oggi si portano dietro questi traumi. Poi mi sono separata e mi sono sempre mantenuta da sola”
Negli anni, però, Maria ha anche sviluppato una forma di artrosi, che l’ha portata a non poter più lavorare, a causa di dolori lancinanti che spesso la costringono a letto per settimane, specialmente dopo aver subìto nel 2022 un intervento che in realtà ha solo peggiorato la sua situazione.
Ora Maria non riesce ad andare avanti: non è idonea alle mansioni lavorative, infatti ha perso il suo lavoro, e nessuno la assume a causa delle sue problematiche di salute, dato che non rientra ancora nei parametri per l’assegno di inclusione essendo considerata “occupabile” poiché under 60.
INPS non le riconosce il diritto alla pensione: la sua forma di artrosi, secondo la commissione medica, non è così invalidante da non permetterle di lavorare. Maria negli ultimi anni vive dei suoi risparmi, e con l’aiuto sporadico di familiari.
Come pago l’affitto? Che ne sarà di me?
“Pago 420 euro di affitto, e sopravvivo grazie all’aiuto economico dei miei figli e dei miei fratelli. Ma che vita è questa? Sono sempre stata orgogliosa del fatto di essere indipendente, e ora mi ritrovo alla mia età e dopo una vita a spaccarmi la schiena a non poter nemmeno contare sulle mie forze. La pensione che mi danno è una miseria a causa del fatto che non ho abbastanza anni di contributi, e INPS non mi dà l’invalidità perché per la commissione medica non sono invalida, pur dovendo trascorrere gran parte del mio tempo a letto”, dice Maria.
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“Ma tutta la mia situazione, per INPS, va bene così. Ha senso? Ho fatto domanda per le case dell’Ater (ndr sono alloggi destinati a famiglie con redditi medio-bassi, anziani, giovani coppie e altre categorie svantaggiate) ma non me l’hanno accettata a causa dei miei debiti. Come posso fare a vivere così? Mi hanno tolto la dignità”, conclude amaramente Maria.